Acqua in autosvezzamento: guida completa

Acqua in svezzamento: guida completa

  1. INTRODUZIONE
  2. ACQUA PRIMA DELLO SVEZZAMENTO: COSA DICE LA SCIENZA?
  3. SVEZZAMENTO: QUANTA ACQUA OFFRIRE?
  4. ACQUA E SVEZZAMENTO: COME PROPORLA AL BAMBINO?
  5. QUALE ACQUA SCEGLIERE?

Introduzione

Acqua in autosvezzamento: in queste tre parole, c’è un vero e proprio mondo sul quale i neo genitori mi pongono tantissime domande.

Se sei qui, vuol dire che anche tu vuoi sapere qualcosa di più in merito!

Nulla di strano: il tema dell’acqua in svezzamento è comprensibilmente centrale per la salute del piccolo.

In questo articolo, che come vedi è preceduto da un indice grazie al quale potrai approfondire, con un solo click sul titolo del paragrafo, le sfaccettature che più ti interessano, è stato scritto apposta per aiutarti a chiarire le idee.

Per ulteriori approfondimenti, ti invito a dare un’occhiata al videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, che ho curato personalmente e che puoi trovare in fondo al paragrafo. Se vuoi, puoi anche fare un salto su Instagram sul profilo @drsilva.com_official!

Acqua prima dello svezzamento: cosa dice la scienza?

Le più autorevoli società e organizzazioni scientifiche mondiali sono concordi sul fatto che bisognerebbe introdurre l’acqua nella routine del bambino attorno ai 6 mesi, periodo in cui, in media, il cucciolo matura i requisiti per iniziare ad approcciarsi ad alimenti diversi dal latte materno o dalla formula.

Come mai è meglio evitare di offrire l’acqua prima dello svezzamento?

A rispondere ci ha pensato l’OMS nel 2009, sottolineando che, quando il bambino è alimentato esclusivamente al seno o con la formula, dare dare bere acqua o liquidi come tè e tisane può creare interferenze con la produzione di latte, ma anche provocare una diminuzione dell’apporto di nutrienti ed esporre il piccolo a un rischio maggiore di malattie infettive.

acqua in autosvezzamento

Svezzamento: quanta acqua offrire?

Passiamo ora a un altro importantissimo tassello del tema acqua in autosvezzamento, parlando delle quantità da offrire al proprio cucciolo.

Come chiarisco all’inizio di questo video, a inizio svezzamento il neonato può anche non bere acqua.

Non dimentichiamo che, fino all’anno di vita, la principale fonte di nutrienti è il latte della mamma o quello formulato.

Si può comunque proporre l’acqua, in modo da permettergli di familiarizzare con gli strumenti tramite i quali, crescendo, potrà idratarsi quotidianamente (ad essi è dedicato il prossimo paragrafo dell’articolo).

Tornando al nodo delle quantità, rammento che mi viene chiesto spesso come muoversi dopo l’anno di vita, quando, giorno dopo giorno, il ruolo del latte materno o formulato ai fini della nutrizione si fa sempre più marginale.

Non bisogna contare i ml – il bambino si regola da solo – ma è comunque utile avere un parametro numerico per supervisionare meglio.

La SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana – raccomanda, nell’età compresa fra i 12 e i 36 mesi, un consumo quotidiano d’acqua di 1200 ml.

Al raggiungimento di questo fabbisogno contribuisce l’acqua offerta tramite gli strumenti di cui parlerò nel prossimo paragrafo, ma anche quella presente nel latte, nella frutta e nella verdura.

Acqua e autosvezzamento: come proporla al bambino?

Come promesso, eccomi a parlare di acqua in autosvezzamento focalizzandomi nello specifico sugli strumenti per offrirla al proprio bimbo.

Come ricordo nel video sopra linkato e nel videocorso, è bene evitare biberon e bicchieri con il beccuccio. Il motivo è legato al fatto che, utilizzandoli, si stimola solamente la suzione, non consentendo, di fatto, al bimbo di imparare a sorseggiare.

Il bicchiere per l’acqua in svezzamento va bene?

Assolutamente sì! Basta che sia di materiali sicuri come il silicone (nel videocorso, puoi trovare un capitolo intero dedicato alla scelta dei materiali giusti per posate, piatti, bicchieri). Via libera anche per le tazzine in ceramica o in vetro. 

Sia queste ultime, sia il bicchiere, permettono al piccolo di bere utilizzando in modo corretto la lingua e di coordinare i processi di respirazione e deglutizione. 

Come gestire l’acqua in autosvezzamento quando si è lontano da casa, per esempio al ristorante?

Con una borraccia in vetro o in acciaio con bicchierino.

Quando il bimbo sarà un po’ più grande, sarà possibile acquistare quelle con cannuccia. La soluzione migliore, in ogni caso, rimane il ricorso al bicchiere.

acqua in autosvezzamento

Quale acqua scegliere?

A questo punto, ti starai senza dubbio facendo una domanda: quale acqua in autosvezzamento è meglio scegliere?

I consigli degli esperti in merito sono molto chiari: la scelta giusta è l’acqua minimamente mineralizzata, con un residuo fisso che sia inferiore ai 50 mg/L.

Importante è controllare anche il contenuto di nitrati.

L’ideale è scegliere un’acqua in cui siano presenti in quantità minore o uguale ai 10 mg/L.

Attenzione pure ai sali minerali e al fluoro: se presenti in quantità eccessive, infatti, possono provocare sovraccarico dei reni.

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