Introduzione
Il test di gravidanza è positivo: quelle due lineette, che sconvolgono la vita di qualsiasi coppia, significano cambiamento in diversi ambiti della quotidianità, a partire dall’alimentazione. Dal momento in cui scopre di essere in dolce attesa, la futura mamma deve adottare qualche cautela riguardante la dieta. I primi tre mesi sono particolarmente importanti al proposito.
Se sei all’inizio del viaggio della gravidanza e ti interessa sapere qualcosa di più su come mangiare durante il primo trimestre, questo è il contenuto che fa per te.
Per rendere la lettura dell’articolo più facile, ho creato un indice. Ti basterà cliccare sul titolo del paragrafo che vuoi approfondire per tutte le specifiche su un determinato argomento.
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Alimentazione a inizio gravidanza e nei primi tre mesi: i consigli della nutrizionista
Come specificato in questo video dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, biologa nutrizionista e autrice del corso verticale sull’alimentazione durante la dolce attesa, a inizio gravidanza il fabbisogno di chilocalorie non cambia.
Per amor di precisione, ricordo che il mutamento c’è, ma è davvero molto blando: si parla, infatti, di circa 70 kcal al giorno, l’equivalente di un frutto.
Più che il quanto, conta il cosa si mangia. Se prima della gravidanza l’alimentazione era all’insegna dell’equilibrio e della varietà, si può continuare sulla medesima strada. In caso di cattive abitudini, l’inizio della gestazione è il momento migliore in assoluto per eliminarle.
Un consiglio importantissimo – dato dalla Dottoressa Dell’Oro e da qualsiasi altro esperto in alimentazione sana – è quello di cambiare le suddette abitudini già in fase di programmazione della gestazione.
Soprattutto negli ultimi anni, infatti, si è scoperto che l’alimentazione della madre già prima dell’inizio della crescita del piccolo nel suo utero influenza enormemente la salute del futuro bambino, anche nella sua vita da adulto.
Sto parlando di quello che, a livello scientifico, è noto come fetal programming. Nel lasso di tempo che intercorre tra il concepimento e il parto, si concretizzano dei cambiamenti dal punto di vista endocrino-metabolico che possono influire sul rischio di sviluppo, nel futuro adulto, di diverse malattie gravi.
Tra queste è possibile citare il diabete, ma anche l’obesità e i disturbi psichiatrici. Ecco perché si insiste molto – e devo dire “Per fortuna” – sull’alimentazione sana in gravidanza, andando al di là dell’aumento ponderale della futura mamma (fattore che ha comunque una sua rilevanza non indifferente).
Un motivo in più per non trascurare questo tema di salute riguarda il fatto che, quando si parla delle informazioni relative allo stile di vita sano trasmesse durante le procedure di fetal programming, si inquadra un percorso transgenerazionale.
In poche parole, una mamma in dolce attesa che segue un’alimentazione sana fa bene non solo al suo bambino ma, potenzialmente, anche ai suoi nipoti e ai suoi pronipoti. Non c’è che dire: la natura è davvero meravigliosa!

Cosa si intende per alimentazione sana a inizio gravidanza?
“Ok, Matteo, appurato che l’alimentazione sana a inizio gravidanza è importantissima, quali sono le caratteristiche che deve avere una dieta degna di questa definizione?”: sono più che certo che tu ti sia posta questa domanda dopo il paragrafo precedente.
La risposta è molto semplice: la parola chiave per un’alimentazione sana a inizio gravidanza è “equilibrio”. Nessuna categoria alimentare deve essere esclusa dalla routine a tavola della futura mamma.
Spazio quindi ai carboidrati, la cui fonte di assunzione principale dovrebbero essere i cereali (farro, riso, orzo, quinoa).
Da non dimenticare sono anche le fonti proteiche, che possono essere sia animali, sia vegetali (per approfondire il tema, ti invito nuovamente a visionare la guida completa dedicata all’alimentazione durante tutta la dolce attesa).
Un ruolo fondamentale nell’alimentazione a inizio gravidanza riguarda la frutta e la verdura. Possibilmente è il caso di scegliere ortaggi di stagione e di colori diversi. Essenziale è soffermarsi sulle fonti di grassi buoni – olio EVO, avocado, pesci grassi, semi oleosi, olive etc. – in quanto si tratta di nutrienti che aiutano molto anche nella fase precocenzionale.
Dal momento in cui si decide di programmare la gravidanza o si scopre di essere in dolce attesa, è nodale mettere in primo piano tutte quelle precauzioni finalizzate alla prevenzione delle tossinfezioni. Bando alle uova crude, alla carne cruda, ai formaggi non pastorizzati.

Il caso dei folati
Come ricordato all’inizio dell’articolo, dal punto di vista dell’apporto calorico l’inizio della gravidanza non è caratterizzato da grandi differenze rispetto al periodo precocenzionale.
Lo stesso si può dire per la gestione dei micronutrienti. Unica eccezione a tal proposito riguarda i folati, il cui apporto deve essere incrementato per un motivo molto importante, ossia la prevenzione di anomalie al tubo neurale del nascituro e di patologie gravissime come la spina bifida.
Anche in questo caso, è doveroso sottolineare l’importanza del periodo che precede il concepimento.
Le linee guida del Ministero della Salute e delle altre società scientifiche che lavorano ogni giorno per la salute della mamma e del bambino raccomandano, fin da quando si inizia a programmare la gravidanza, l’assunzione di 0,4 mg/die di acido folico, supplementazione da considerare come aggiunta ai micronutrienti assunti tramite la dieta.
L’integrazione appena citata andrebbe portata avanti fino alla fine del primo trimestre.
Il motivo è legato al fatto che, più o meno in corrispondenza del suddetto momento della gestazione, si può parlare, quasi sempre, di completo sviluppo del sistema nervoso del feto.
In casi specifici – che richiedono l’attenzione da parte del ginecologo – l’assunzione di acido folico a inizio gravidanza è decisamente maggiore.
In questo novero è possibile includere, per esempio, le donne con una storia clinica caratterizzata da aborti ripetuti o le future mamme con patologie come il diabete o la celiachia.
Altri alimenti e bevande da ridurre o da escludere
Concludiamo rammentando l’importanza, fin dai primi tempi della gestazione, di procedere alla riduzione dell’apporto di caffeina – faccio presente che la si assume non solo bevendo il caffè in tazzina al bar – che non dovrebbe superare i 300 mg al giorno.
Pollice verso per l’alcol – chiaramente non solo nel primo trimestre, ma per tutta la gravidanza – e, come già accennato, per i salumi e la carne non cotta e per i formaggi non pastorizzati.