Farmaci antidolorifici in gravidanza: guida all'assunzione sicura
Introduzione
Antidolorifici in gravidanza: quali si possono assumere?
Se sei all’inizio del viaggio della dolce attesa o se la stai pianificando, ti sarai posta almeno una volta questa domanda. Nelle prossime righe dell’articolo, potrai trovare la risposta.
Come vedi, l’articolo è preceduto da un indice.
L’ho preparato per darti modo, se vorrai, di approfondire le varie sfaccettature dell’argomento.
Non dovrai fare altro che cliccare sul paragrafo che ti interessa e iniziare a leggere.
Per altre informazioni sul mondo dell’osteopatia in gravidanza e nei primi mesi del neonato, puoi fare un salto anche su Instagram.
Adesso non mi resta che entrare nel vivo dell’azione, prendendoti per mano e aiutandoti a scoprire, alla luce delle linee guida scientifiche, un tema fondamentale per il tuo benessere durante il percorso di attesa del tuo piccolo.

Si possono prendere antidolorifici in gravidanza?
Prima di entrare nel vivo della risposta a questa domanda, ci tengo a fare una premessa.
Nel momento in cui si prova un sintomo come il dolore durante la gravidanza – situazione comune, per esempio, quando si ha a che fare con problemi come la pubalgia, una criticità che può essere risolta anche con il supporto dell’osteopatia – bisogna valutare, assieme con il proprio medico, il rapporto rischio – beneficio.
Nei casi in cui, dopo essersi consultata con il proprio medico di fiducia, la mamma dovesse sentirsi comunicare la necessità di procedere con una terapia antidolorifica, il paracetamolo risulterebbe l’opzione di prima scelta.
Attenzione: questo farmaco rappresenta il punto di riferimento principale quando si parla di antidolorifici in gravidanza sia davanti a una sintomatologia dolorosa persistente, sia in caso di dolore acuto.
In alcuni frangenti, come accennato nelle righe precedenti, il trattamento con i farmaci può essere affiancato da un approccio osteopatico.
Esemplificativa a tal proposito è la situazione del mal di testa.
Una volta escluse cause della cefalea potenzialmente molto gravi come l’ipertensione gravidica, se l’osteopata diagnostica un’origine muscolo tensiva, con massaggi mirati è possibile risolvere la situazione e coadiuvare gli eventuali farmaci prescritti dal medico.
Nel videocorso dedicato all’Osteo-Massage ® alla mamma accessibile alla fine di questo paragrafo, troverai diversi capitoli in cui si illustrano gli step per effettuare i massaggi sopra menzionati.
Antidolorifici in gravidanza: i farmaci di seconda scelta
Chiarita la possibilità di assumere antidolorifici in gravidanza, ricordo l’esistenza di farmaci che, come si può leggere nelle linee guida ufficiali dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), vengono definiti “di seconda scelta” (rispetto al già citato paracetamolo).
Si tratta dell’acido acetilsalicilico, il principio attivo dell’Aspirina, dell’ibuprofene e dell’indometacina, principio attivo appartenente ai FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).
Sempre sulla base delle raccomandazioni degli esperti AIFA, andrebbero utilizzati, se si è in gravidanza, per periodi brevi e con dosaggi bassi.
Sono indicati nei quadri in cui si palesa una resistenza alla terapia antidolorifica con paracetamolo.
Andrebbero evitati – il riferimento sono sempre le linee guida sopra menzionate – nel terzo trimestre di gestazione.
Come mai? Il motivo è legato ai loro potenziali effetti negativi sulla circolazione fetale.
In merito a questi farmaci, è bene sottolineare che l’acido acetilsalicilico è controindicato in allattamento se ad alte dosi.
Da evitare, invece, è l’assunzione di nimesulide, un FANS, e quella di piroxicam.
Farmaci antidolorifici in dolce attesa: l'importanza della cautela
Il tema degli antidolorifici in gravidanza è, comprensibilmente, un macro argomento.
Come sottolineato più volte da organizzazioni e agenzie nazionali e internazionali come l’AIFA e i CDC, la cautela è nodale.
Durante il viaggio della gravidanza, la mamma e il suo cucciolo sono una diade inseparabile.
La salute della prima è cruciale per la crescita del secondo.
Per fortuna, negli ultimi anni si insiste molto da questo punto di vista.
A dimostrazione di ciò, è possibile citare il lancio, risalente al 2014, della campagna di comunicazione AIFA “Farmaci e Gravidanza”.
Nelle righe precedenti, ho fatto cenno ai farmaci in allattamento.
Dato che il periodo in questione è delicato e importante tanto quanto quello della gravidanza, non posso non dedicare al tema un paragrafo che ti invito a leggere.

Farmaci in allattamento: ecco cosa sapere
Una mamma che allatta può prendere farmaci?
Ecco un altro interrogativo che, di diritto, entra nel novero delle domande più frequenti da parte delle donne che hanno partorito da poco o che aspettano un bambino.
Come ho ricordato all’inizio di questo video, esistono molti professionisti che non si occupano di allattamento i quali, per andare sul sicuro, mettono le mani avanti e sconsigliano l’assunzione di determinati farmaci alla mamma che allatta.
Quasi sempre, lo fanno perché non esistono comprovati studi che forniscono indicazioni stringenti in merito alla possibilità o meno di assumere il medicinale in allattamento.
Tendenzialmente, quasi tutti i farmaci sono compatibili con l’allattamento.
Anche quelli incompatibili, possono essere assunti con alcune attenzioni.
Se, per esempio, si assume un farmaco che non si ha intenzione di passare al cucciolo, lo si può prendere dopo la poppata.
Così facendo, si può aspettare diverso tempo prima di attaccarlo al seno di nuovo, con tutti i vantaggi del caso per quanto riguarda la riduzione dell’emivita del medicinale.
In caso di necessità impellente di assunzione di un farmaco non compatibile con l’allattamento, la mamma deve smettere di attaccare il proprio cucciolo al seno?
Si può intervenire con il tiralatte, in modo da drenare e stimolare comunque il seno.
Terminata la terapia, si può tornare ad allattare.
Sì, ci sarà un lasso di tempo durante il quale il bambino non potrà prendere il latte di mamma, ma questo non vuol dire che l’esperienza dell’allattamento al seno debba concludersi.
Per qualsiasi dubbio o problema, tutte le mamme dovrebbero segnare sulla rubrica dello smartphone il numero 800.833.300.
Si tratta del numero verde del centro antiveleni di Bergamo, il riferimento nazionale su tutta quella che è la farmacologia in gravidanza e in allattamento.
Rappresenta un faro anche per professioniste che, come le ostetriche, lavorano ogni giorno a stretto contatto con le donne in dolce attesa e con i loro bambini appena nati.