Bambino podalico: cause e come farlo girare

Bambino podalico: cause e come farlo girare

  1. INTRODUZIONE
  2. PRESENTAZIONE PODALICA: TIPOLOGIE E CAUSE
  3. COME FAR GIRARE UN BAMBINO PODALICO
  4. CAMMINATA IN QUADRUPEDIA
  5. REBOZO 
  6. MOXIBUSTIONE (MOXA)
  7. ESERCIZI PER IL BACINO
  8. MANOVRA DI RIVOLGIMENTO: COME FUNZIONA E QUALI SONO I RISCHI

Introduzione

Mi capita spesso di avere a che fare con mamme che, quando sentono le parole “bambino podalico”, iniziano a preoccuparsi, pensando di non avere alternative al taglio cesareo.

Se ti trovi in questa situazione, l’articolo nelle prossime righe fa per te ed è stato scritto per rassicurarti e fornirti informazioni scientifiche e consigli pratici.

Inizio tranquillizzandoti e dicendoti che, se ti stai domandando fino a quando si può girare un bambino podalico, c’è tempo fino al termine della gravidanza.

I cuccioli possono essere aiutati in diversi modi, che illustrerò nei paragrafi dell’articolo.

Come vedi, l’articolo è preceduto da un indice, inserito per darti modo, se lo desideri, di approfondire le varie sfaccettature del tema con un rapido click sui titoli dei paragrafi corrispondenti.

Per una visione più completa su come prepararti al giorno della nascita del tuo cucciolo, ti invito a dare un’occhiata al videocorso preparto che ho curato personalmente, accessibile cliccando sul pulsante alla fine del paragrafo.

Sul profilo Instagram @drsilva.com_official troverai, invece, tantissime dritte per accompagnare al meglio il tuo piccolo lungo il suo percorso di sviluppo motorio.

Presentazione podalica: tipologie e cause

Entriamo nel vivo della tematica dell’articolo ricordando innanzitutto che, quando si parla di bambino podalico, ossia con piedi, ginocchia e natiche rivolti verso il fondo dell’utero, si possono inquadrare diverse tipologie di presentazione. Ecco l’elenco:

  • Bambino podalico completo: il cucciolo si presenta con ginocchia e gambine entrambe flesse;
  • bambino podalico incompleto: entrambe le anche del feto, ma anche una sola, sono parzialmente o totalmente estesa;
  • bambino podalico franco: il cucciolo si presenta con i fianchi flessi e le ginocchia estese.

 

Al giorno d’oggi, non sono state ancora individuate in maniera chiara dalla scienza le cause della presentazione podalica nell’utero della mamma.

Quello che è stato osservato, però, è l’esistenza di diverse correlazioni tra il bambino podalico e alcune evenienze che insorgono durante la gravidanza.

In alcuni casi, per esempio, il fatto che il bimbo sia in posizione podalica è favorito da condizioni come la placenta previa, accreta o anteriore.

Anche i quadri di polidramnios – eccessiva quantità di liquido amniotico nel sacco – possono incrementare le probabilità di avere a che fare con un bambino podalico nell’utero (a ricordarlo ci pensano diversi lavori scientifici, tra cui questo interessante articolo aggiornato da pochi mesi). 

La presentazione podalica può avere anche cause fisiologiche.

Una delle più frequenti è il bacino della mamma stretto, che implica, per il feto, poco spazio a disposizione per ruotare da una posizione all’altra.

bambino podalico

Come far girare un bambino podalico

Come ricordato all’inizio dell’articolo, il bimbo podalico può essere aiutato a girarsi in posizione cefalica praticamente fino al termine di gravidanza.

Piccolo appunto: se hai dubbi su come dormire se il feto è podalico, ti ricordo che la posizione sul fianco sinistro va benissimo. 

Nei prossimi paragrafi, vediamo assieme diverse modalità utili al proposito, con focus su indicazioni e controindicazioni.

Camminata in quadrupedia

La camminata in quadrupedia è un esercizio molto utile per aiutare un bambino podalico a girarsi.

Dal momento che il bacino della mamma si mobilizza, il piccolo ha la possibilità di confrontarsi con nuovi spazi.

Inoltre, grazie al movimento mentre ci si trova in quadrupedia, il feto viene naturalmente spinto in direzione della pancia.

Rebozo

Il percorso di preparazione alla nascita, come ricordo spesso anche nel videocorso preparto, è un lavoro del corpo.

Nel corso di esso, si può trovare un valido aiuto da diversi strumenti. Uno di questi è il rebozo, prezioso nei frangenti in cui si ha la necessità di far girare il bambino podalico.

Questo rettangolo in stoffa lungo circa tre metri, ha alle spalle una storia molto antica legata alle pratiche tradizionali delle Parteras, le levatrici messicane.

L’ostetrica che lo utilizza con la mamma che porta in grembo un bimbo podalico, effettua un massaggio avente lo scopo di favorire la mobilizzazione del bacino.

Il rebozo permette di sciogliere diverse tensioni a carico di questa zona del corpo, ma anche del basso addome.

Ciò consente di lavorare su evenienze che contribuiscono a chiudere gli spazi e a impedire, di fatto, al bambino podalico di posizionarsi cefalico.

Il massaggio con il rebozo può essere inizialmente effettuato dall’ostetrica.

Le volte successive, lo può fare il futuro papà.

bambino podalico

Moxibustione (moxa)

Quando si ha un bambino podalico, per farlo girare si può ricorrere a un altro metodo la cui validità, nel corso degli ultimi anni, è stata più volte provata dalla comunità scientifica.

Di cosa si tratta?

Della moxibustione, o moxa, un trattamento della medicina tradizionale cinese che può essere o meno abbinato all’agopuntura.

Basato sulla sollecitazione del punto di agopuntura BL 67, situato a livello del margine esterno del piede, tramite un sigaro di artemisia che viene appositamente fatto bruciare, il trattamento, come ricorda, per esempio, questo studio scientifico turco, andrebbe effettuato nel range compreso fra le 32 e le 26 settimane.

La sua efficacia è legata all’aumento dell’attività del feto e, di conseguenza, al concretizzarsi di quei movimenti che permettono al bambino podalico di posizionarsi cefalico.

Esercizi per il bacino

Se hai un bimbo podalico e vuoi aiutarlo a mettersi in posizione cefalica, è cruciale il focus sul bacino.

Lavorare sulla sua angolazione e sulla mobilizzazione può fare la differenza.

Ti puoi semplicemente sedere sulla fitball, ma anche su una sedia girandoti verso lo schienale.

Un’altra strada efficace prevede il fatto di metterti in posizione eretta, con le piante dei piedi ben salde a terra.

Con le ginocchia leggermente piegate e la colonna in allungamento, appoggia le mani sulle creste iliache, fai attenzione a tener ferme le spalle e inizia a mobilizzare il bacino con lentezza, prima avanti e poi indietro, immaginando che sia una scodella che prima raccoglie acqua e, successivamente, la versa.

Manovra di rivolgimento: come funziona e quali sono i rischi

La manovra di rivolgimento viene eseguita come opzione ultima, procedendo fra le 36 e le 37 settimane.

Da fare in contesto ospedaliero e avvalendosi della guida ecografica, è controindicata in diversi casi. Ecco quali:

  • Cucciolo con le gambine incanalate nel bacino della mamma (in questo caso, non avrebbe concretamente spazio per la rotazione);
  • livello scarso del liquido amniotico;
  • quadri in cui la placenta va ad ostruire l’orifizio del collo uterino.

La manovra prevede la somministrazione alla mamma di farmaci tocolitici. Grazie a questi medicinali, si prevengono le contrazioni, altra controindicazione alla procedura.

A gestirla ci sono due operatori. Il primo agisce sul pancione, il secondo controlla il feto con la guida ecografica.

Il primo dei due operatori, dall’esterno del ventre prende il cosiddetto podice, ossia la parte più bassa del tronco del piccolo, e la testa, guidando il cucciolo nel percorso di rivolgimento.

Dal momento che c’è il rischio che prenda il via il travaglio, la manovra in questione viene eseguita con la gravidanza il più avanti possibile.

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