Carne in gravidanza: quale mangiare e come cucinarle
Introduzione
Quale tipologia di carne si può mangiare in gravidanza? Quali sono le frequenze settimanali ideali?
Quali i metodi di cottura? Se ti stai ponendo queste domande, stai leggendo l’articolo giusto.
Nelle prossime righe, mettendo in primo piano i consigli di una nutrizionista esperta, cercherò di dare una risposta esaustiva a tutti gli interrogativi sopra riportati.
Per aiutarti a leggere l’articolo in maniera più rapida e agevole, ho preparato anche un indice.
Ti interessa un determinato tema? Devi solo cliccare sul paragrafo con il titolo corrispondente e, come si suol dire, il gioco è fatto.
Se alla fine della lettura dovessi avere ancora dei dubbi su qualcosa, puoi venirmi a trovare su Instagram, spazio dove pubblico ogni giorno contenuti inerenti l’osteopatia neonatale, e farmi tutte le domande che vuoi in direct o nei commenti.
Adesso non mi resta che augurarti una buona lettura ed entrare nel vivo dell’azione!
Carni in gravidanza: si possono mangiare?
Come specificato in questo video dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, biologa nutrizionista e autrice del videocorso sull’alimentazione durante la dolce attesa e l’allattamento che puoi trovare alla fine di questo paragrafo, le carni in gravidanza si possono consumare senza problemi.
La frequenza da considerare è quella consigliata per la popolazione adulta.
Parliamo quindi di 2 – 3 volte a settimana.
Bisognerebbe, se possibile, focalizzarsi sulle carni bianche, ossia pollo, tacchino, coniglio.
Le carni rosse, invece, dovrebbero essere consumate con una frequenza inferiore.
Le carni bianche sono consigliate in gravidanza in quanto, in confronto a quelle rosse, sono più magre.
Facendo l’esempio del pollo, 100 grammi di petto corrispondono a circa 100 calorie.
Quando si chiama in causa l’assunzione di carne bianca durante la gestazione, per esempio l’appena citato pollo, è cruciale citare la possibilità di incrementare l’assunzione di nutrienti come lo zinco, prezioso per la formazione del sistema immunitario del feto.
Rimanendo con il focus sul pollo, faccio presente che, essendo una carne avicola, si contraddistingue per una quantità rilevante di grassi omega 3 e omega 6.
La prima tipologia di acidi grassi comprende il DHA, il cui apporto è nodale durante la dolce attesa per favorire la buona formazione del sistema nervoso e della retina del cucciolo.
Durante i mesi di gestazione, sussiste spesso il rischio di consumare troppa carne.
Sono numerose le donne che, avendo a che fare con l’anemia in gravidanza (evenienza molto comune e gestibile aggiustando il tiro dal punto di vista alimentare), si sentono consigliare, anche da professionisti, di aumentare l’introito di carne.
Si tratta di un approccio sbagliato in quanto, durante la dolce attesa, la varietà della dieta è essenziale.
Come ho avuto modo di ricordare nella guida completa sull’alimentazione in gravidanza, esistono tantissime altre fonti da considerare per ottimizzare l’apporto di questo minerale (a seconda del periodo della gestazione, si va dagli 0,2/0,3 ai 2,5 mg al giorno di fabbisogno).
Nell’elenco troviamo, per esempio, i legumi, la frutta secca, i cereali integrali, le verdure a foglia verde.
Spostiamo un attimo l’attenzione sulle proteine, ricordando che quelle contenute in alimenti di origine vegetale come i legumi sono, rispetto a quelle nobili della carne, meno ricche di amminoacidi.
Alla luce di ciò, per avere la certezza di sostituire efficacemente leccornie come la classica bistecca (che, soprattutto quando ci si approssima al termine della gestazione, può risultare un po’ pesante), è consigliabile portare in tavola piatti unici caratterizzati dalla presenza di legumi e fonti di cereali come il riso e l’orzo.
Come cucinare la carne in gravidanza
La carne in gravidanza, abbiamo appena visto, si può mangiare.
Come cucinarla? A questa domanda si può rispondere chiamando innanzitutto in causa una regola su tutte: la carne che si porta in tavola quando si è in dolce attesa deve essere sempre perfettamente cotta.
Se si esce a mangiare e si sceglie di consumare una carne rossa o una tagliata, non la si può ordinare al sangue.
Il rischio da prevenire, in questo caso, è quello delle tossinfezioni alimentari, toxoplasmosi in primis.
Nel caso di carni bianche come pollo e tacchino, le future mamme possono stare tranquille anche quando escono a mangiare in quanto, in generale, è difficile che siano crude.
Cuocerle, infatti, è un’accortezza di igiene alimentare valida per la popolazione in generale a prescindere dalla gravidanza.
Entrando nel vivo delle tipologie di cottura più salutari, ricordo l’importanza di prediligere quelle che non richiedono l’uso di grandi quantità di grassi.
Semaforo verde per la carne cotta al vapore, ma anche per quella al forno o alla piastra. Se possibile, è il caso di evitare soffritti o fritture.
La raccomandazione relativa alla quantità ridotta dei grassi non vuol dire che vadano totalmente eliminati.
Come più volte specificato dalla Dottoressa Dell’Oro nel suo videocorso verticale, si tratta, come già accennato, di nutrienti preziosi per le donne che vogliono mangiare bene in gravidanza.
Per condire la carne è perfetto l’olio extra vergine di oliva, da consumare a crudo.

Salumi in gravidanza: sì o no?
Apriamo un attimo la parentesi dei salumi: assumerli in gravidanza è sicuro?
Come ho avuto modo di specificare anche nella guida dedicata a questa tipologia di alimenti, è importante dare spazio solo a quelli cotti.
Prosciutto cotto e mortadella vanno benissimo. Lo stesso vale per l’arrosto di tacchino e per quello di pollo.
Gli affettati, però, contengono sale, che contribuisce all’aumento dei valori pressori in gravidanza.
Sono altresì ricchi di grassi, soprattutto saturi, e di nitriti, conservanti potenzialmente cancerogeni.
Ecco perché anche i salumi ammessi in gravidanza vanno consumati solo in occasioni sporadiche.