Cibi allergizzanti in autosvezzamento: quando e come offrirli

Cibi allergizzanti in autosvezzamento: quando e come offrirli

  1. INTRODUZIONE
  2. ALLERGIE AI CIBI: COSA SONO?
  3. QUALI SONO I CIBI ALLERGIZZANTI?
  4. ALLERGIE IN SVEZZAMENTO: COSA SAPERE SUI CRONOINSERIMENTI
  5. ALIMENTI ALLERGIZZANTI IN SVEZZAMENTO: COME INTRODURLI

Introduzione

Le domande sui cibi allergizzanti in autosvezzamento sono tra le più frequenti da parte dei neo genitori in consulenza. 

Ha senso introdurli più avanti, spesso attorno all’anno, ai fini della prevenzione di possibili allergie alimentari?

Se ti stai ponendo questa domanda, l’articolo che puoi leggere nelle prossime righe, al quale ho associato un indice per consentirti di approfondire le varie sfaccettature dell’argomento con un semplice click sui titoli dei paragrafi, è la scelta giusta per te!

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Allergie ai cibi: cosa sono?

Prima di aprire la parentesi della gestione dei cibi allergizzanti in svezzamento, vediamo un attimo di cosa si parla quando si chiamano in causa le allergie.

L’allergia alimentare è una risposta anomala dell’organismo a seguito del contatto con una sostanza, detta allergene, che il sistema immunitario percepisce come dannosa.

Il contatto con l’allergene porta l’organismo a produrre, con lo scopo di neutralizzarlo, anticorpi specifici, ossia le immunoglobuline E.

La sintomatologia delle allergie alimentari, dovuta al rilascio, da parte dell’organismo, del mediatore chimico istamina in risposta alla reazione anomala del sistema immunitario, sono svariati.

Nell’elenco è possibile includere le problematiche digestive, ma anche l’orticaria e il gonfiore cutaneo.

Un doveroso cenno va dedicato ai sintomi di carattere respiratorio, che coinvolgono le basse vie aeree, senza dimenticare l’arrossamento oculare e il naso che palesa sintomi affini a quelli del raffreddore (è chiuso o cola).

Le allergie alimentari vanno distinte dalle intolleranze, definibili come reazioni avverse al cibo nelle quali non è coinvolto il sistema immunitario.

cibi allergizzanti in autosvezzamento

Quali sono i cibi allergizzanti?

Un altro aspetto da approfondire per capire come approcciarsi ai cibi allergizzanti in autosvezzamento riguarda l’elenco di questi ultimi.

Come si può leggere nell’allegato II del Regolamento UE 1169/2011, tra i principali alimenti allergizzanti è possibile annoverare la frutta a guscio, le uova, il latte vaccino, il pesce e il grano. Da citare sono altresì il pomodoro, la soia, i frutti di mare, il glutine, il pesce, le arachidi.

Allergie in svezzamento: cosa sapere sui cronoinserimenti

Le modalità di gestione dei cibi allergizzanti in autosvezzamento, negli ultimi anni, sono cambiate notevolmente.

Fino a qualche decennio fa, una volta che il bambino aveva maturato i requisiti per l’assunzione di alimenti diversi dal latte materno o dalla formula, si applicavano i cosiddetti cronoinserimenti, posticipando l’introduzione degli allergeni nella dieta del piccolo.

Oggi come oggi, si è consapevoli, dati scientifici alla mano, del fatto che le diete di privazione non sono efficaci ai fini della prevenzione delle allergie, anche nei bambini che hanno parenti diretti, genitori in primis, con una storia medica di allergie alimentari.

In passato, i cronoinserimenti erano il gold standard quando si parlava di allergie alimentari in svezzamento.

Come si può evincere leggendo l’introduzione di questo studio, lavoro scientifico di un team dell’Università di Padova, pubblicato nel 2019 e dedicato proprio alle tempistiche relative all’introduzione degli alimenti allergizzanti in svezzamento, ciò accadeva perché tutto partiva da un presupposto sbagliato.

Quale di preciso? La convinzione che, durante l’infanzia, il quadro dell’immunità mucosale fosse caratterizzato da una sostanziale immaturità.

Dopo aver chiarito questa doverosa premessa, è possibile entrare nel vivo delle accortezze che è comunque il caso di adottare per tutelare la salute del proprio cucciolo.

Alimenti allergizzanti in svezzamento: come introdurli

Quando si parla dell’approccio ai cibi allergizzanti in autosvezzamento, c’è solo una accortezza che è opportuno adottare: l’introduzione di un solo allergene alla volta. 

Il perché è presto spiegato: in questo modo, qualora dovessero palesarsi sintomi, risulterebbe più agevole individuare l’alimento responsabile.

Come già accennato, non si applicano più i cronoinserimenti. Non solo! Al giorno d’oggi, non si adotta più l’approccio, frequentissimo in passato, che prevedeva, una volta incluso un determinato allergene nella dieta del piccolo, di proseguire con la sua proposta per tre giorni prima di introdurre altri alimenti allergizzanti.

Una parentesi a sé quando si discute di cibi allergizzanti in autosvezzamento deve essere dedicata al glutine.

Come ricordano gli esperti dell’Espghan (European Society for Paediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition), bisogna evitare sia l’introduzione precoce prima del quarto mese del cucciolo, sia la proposta tardiva, ossia dopo i 7 mesi.

Nel position paper Espghan che puoi scaricare da questa pagina, si specifica gli alimenti che contengono glutine sono rischiosi solo a fronte della presenza, nel soggetto che li assume, di specifici alleli denotanti il rischio di sviluppo della malattia celiaca.

Nel periodo in cui il piccolo inizia il suo approccio ad alimenti diversi dal latte della mamma o dalla formula, non è ancora possibile sapere se sono presenti o meno.

Sempre sulla base delle linee guida fornite dall’Espghan, l’introduzione del glutine andrebbe intrapresa gradualmente e quando il bimbo viene ancora allattato. 

In questo modo, non solo si riduce il rischio di celiachia ma anche, come ricordo nel capitolo dedicato del videocorso, quello di diagnosi di diabete di tipo 1 e di allergia al frumento.

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