Introduzione
Tra gli interrogativi che affollano la mente delle neo mamme, due in particolare occupano un posto d’onore: come capire se il neonato mangia abbastanza e se si ha latte a sufficienza? Nelle prossime righe di questo articolo, ho cercato di dare una risposta. Dal momento che il contenuto potrebbe essere molto lungo, ho deciso di preparare anche un indice. Grazie ad esso, potrai approfondire in maniera specifica gli argomenti che ti interessano. Quello che dovrai fare è cliccare sul paragrafo del tema su cui vuoi sapere di più.
Ti auguro una buona lettura e ti invito, come sempre, a venirmi a trovare sul mio canale Instagram per dubbi e domande e per scoprire i contenuti dedicati all’osteopatia pediatrica e neonatale che ho l’abitudine di pubblicare.
Come capire se un neonato mangia a sufficienza
Le due domande del titolo principale della guida, tra loro correlate, sono fondamentali per le mamme che allattano al seno. Come rammentato in questo video dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica, una volta il gold standard per togliersi i dubbi in merito era la doppia pesata. Abbiamo però visto, da diversi anni ormai, che la doppia pesata non è più raccomandata (l’ostetrica spiega bene il perché in questo ulteriore contributo).
Come facciamo quindi a sapere se il bimbo sta bene e mangia abbastanza? Più che la bilancia, bisogna prendere in considerazione l’osservazione di diversi messaggi che il piccolo manda. Il neonato, infatti, dopo ogni poppata dovrebbe mostrare segni di sazietà.
Quali sono quelli di un bimbo che si alimenta al seno? Il fatto di addormentarsi mentre succhia. Anche il fatto di staccarsi spontaneamente a fine poppata implica il raggiungimento di una condizione di sazietà. Attenzione: il segnale appena citato deve essere associato a una condizione di tranquillità. Ciò vuol dire che il tono dei muscoli deve essere rilassato e che devono essere assenti pose di tensione come i pugnetti chiusi. Se è sufficientemente sazio dopo la poppata, il cucciolo non è più richiestivo e non ha risposte di attivazione.
Come gestire quindi le informazioni ricavate dalla bilancia? Questo strumento può dire alla mamma se il bambino sta crescendo bene, su questo non c’è dubbio. Bisogna però mettersi nell’ottica del fatto che, in ogni caso, dà un’informazione tardiva. Come già detto, il bambino non viene pesato a ogni poppata, né tutti i giorni, né a giorni alterni, ma una volta alla settimana. Da una settimana con l’altra, è fondamentale osservare i segni di sazietà del bambino dopo ciascuna poppata.
Essenziale a tal proposito è anche il numero di pannolini che il neonato bagna nel corso delle 24 ore, che dovrebbero essere 5/6. Da non dimenticare sono anche le feci. Le cosiddette feci da latte sono morbide, chiare e non formate. Entrambi i segnali appena elencati indicano che il cucciolo si sta idratando in maniera adeguata.
Non c’è che dire: sono diversi i segnali che aiutano a capire se il neonato sta mangiando a sufficienza. Un altro degno di nota riguarda i ritmi sonno/veglia, che dovrebbero essere brevi. Può capitare una sessione di sonno di 4/5 ore, durante la quale non va svegliato se sta crescendo bene, ma non deve essere la norma. Di base, infatti, il neonato si sveglia e richiede il seno più frequentemente.
Importante è altresì che il bambino sia reattivo nei confronti degli stimoli circostanti e che sia consolabile, ossia calmabile dalla mamma con il ricorso a uno strumento di contenimento. Un bimbo con queste caratteristiche è un piccolo in salute e un neonato sazio.
Le situazioni caratterizzate da eccesso andrebbero attenzionate. Sia i bimbi letargici e difficili da svegliare, sia quelli che in 8/10 ore non fanno neanche un piccolo riposino, richiedono attenzioni particolari. Faccio presente che, quando si parla di neonati difficili da consolare, non si chiama in causa il pianto di qualche minuto, bensì quello che dura ore e ore.

Come si capisce se si ha abbastanza latte
Il palesarsi dei segni di sazietà si collega al fatto che, verosimilmente, la mamma ha abbastanza latte. Il fattore appena menzionato è di grande importanza. Oggi come oggi, in Italia, la maggior parte delle donne che scelgono di sospendere l’allattamento al seno esclusivo lo fanno perché percepiscono o sanno di non avere abbastanza latte per nutrire il proprio cucciolo.
Che si parli di una percezione della mamma o di qualcosa di effettivamente riscontrato dai professionisti scelti per seguire il post parto, si tratta di un aspetto da ascoltare e da prendere in carico. Nell’accudimento del cucciolo, infatti, l’istinto e il sentire materno sono sempre delle guide preziose. Se si ha la percezione di non avere abbastanza latte, la prima cosa da fare è contattare un esperto – ostetrica o consulente dell’allattamento – per valutare assieme la situazione.
A seconda del quadro di partenza, si sceglie come muoversi. Si può, per esempio, modificare il modo in cui il bambino si attacca al seno, oppure variare le posizioni in modo da stimolare tutta la ghiandola mammaria. Si può decidere anche se offrire il seno con ritmi e tempi diversi o valutare se passare da uno solo a entrambi nel corso della singola poppata.
Per risolvere i problemi che, nel corso dell’allattamento, possono portare a una suzione meno efficace, è fondamentale anche il supporto dell’osteopata pediatrico, professionista che può aiutare a valutare la qualità dell’apertura della bocca.
Essenziale è inoltre che il neonato non strizzi eccessivamente il capezzolo. Si tratta di un parametro nodale non solo per evitare il dolore per la mamma, ma anche per stimolare in maniera corretta la produzione di latte.
In questo video del mio canale YouTube, ho illustrato i principali problemi di suzione che possono compromettere l’allattamento al seno – scoraggiando molte mamme che vorrebbero portarlo avanti ma hanno paura di non riuscirci – e che possono essere risolti tempestivamente grazie all’osteopatia pediatrica. Ricorrendo all’aiuto dell’osteopata, è possibile evitare sia rallentamenti nella crescita del cucciolo, sia conseguenze estremamente fastidiose per la mamma, in primis mastiti e ingorghi della mammella.