Introduzione
Quali ecografie ed esami fare in gravidanza? Nel momento in cui ci si trova davanti al test di gravidanza positivo, è naturale farsi questa domanda. In questo articolo, entrerò nel vivo di quello che dicono le linee guida internazionali in merito a quante e quali ecografie effettuare in gravidanza. Parlerò altresì di ecografia 3D e 4D, dandoti informazioni, sempre aderenti alle sopra citate linee guida, che forse ti sorprenderanno.
Cos'è l'ecografia?
L’ecografia è un esame medico che permette di indagare diversi aspetti della salute umana, nel nostro caso lo sviluppo dell’embrione e successivamente del feto nell’utero materno, attraverso gli ultrasuoni.
Si tratta di un esame non invasivo che, per quanto riguarda la gravidanza, è di recente introduzione. Il ricorso all’ecografia come riferimento durante la gravidanza ha iniziato a essere realtà su larga scala nei primi anni ‘90. Nel tempo, come avremo modo di vedere nelle prossime righe di questo articolo, i progressi della scienza hanno permesso di scoprire cose sempre nuove rispetto al suo uso e ai casi in cui quest’ultimo non è consigliato.

I tempi delle ecografie in gravidanza e quali fare
L’ecografia è un esame medico che permette di indagare diversi aspetti della salute umana, nel nostro caso lo sviluppo dell’embrione e successivamente del feto nell’utero materno, attraverso gli ultrasuoni.
Si tratta di un esame non invasivo che, per quanto riguarda la gravidanza, è di recente introduzione. Il ricorso all’ecografia come riferimento durante la gravidanza ha iniziato a essere realtà su larga scala nei primi anni ‘90. Nel tempo, come avremo modo di vedere nelle prossime righe di questo articolo, i progressi della scienza hanno permesso di scoprire cose sempre nuove rispetto al suo uso e ai casi in cui quest’ultimo non è consigliato.
La prima ecografia in gravidanza
Le linee guida internazionali aggiornate pochi anni fa danno un’indicazione molto chiara: per tutte le gravidanze non patologiche sono raccomandate due ecografie. Quella iniziale è l’ecografia del primo trimestre. Da eseguire entro le prime dodici settimane di gestazione, è un momento di grande emozione per i futuri genitori.
Ecco quali sono gli obiettivi di questo esame:
- accertare la presenza della gravidanza;
- controllare che la gravidanza sia in utero;
- accertare la presenza del battito cardiaco;
- controllare l’inserzione della placenta.
Durante la prima ecografia si può altresì vedere se la gravidanza è singola o gemellare. Un altro parametro che viene controllato – ed eventualmente modificato – nel corso di questo esame è la datazione della gravidanza, che deve avvenire entro e non oltre le 12 settimane.
Quando si parla di ecografia del primo trimestre, è naturale, da parte delle coppie, avvertire il forte desiderio di farla il prima possibile. Attenzione: non bisogna lasciarsi prendere dalla fretta. Se si fa l’ecografia nel corso della quinta, della sesta o della settima settimana, il rischio è quello di non riuscire a vedere e auscultare il battito cardiaco. Il rischio? Un inutile aumento dello stato di ansia nei futuri genitori.
Idealmente, la prima ecografia in gravidanza dovrebbe essere eseguita tra le otto e le dodici settimane (questo secondo limite, come già accennato, non deve essere superato in quanto è considerato il termine ultimo per la datazione della gravidanza).

La seconda ecografia o morfologica
Parliamo ora della seconda ecografia. Quasi sicuramente, hai sentito soprattutto l’espressione “ecografia morfologica”. Questa dicitura è legata al fatto che, quando si esegue l’esame, si va a leggere la morfologia delle strutture presenti all’interno del corpo del feto.
Da eseguire tra le 19 e le 22 settimane di gestazione, permette di capire come il piccolo sta crescendo e di essere certi che il suo corpo stia facendo tutto il lavoro che deve fare per arrivare al momento della nascita.
L’ecografia morfologica è un importante test di diagnosi prenatale. Permette infatti di ricavare numerose informazioni in merito alla salute del feto.

La terza ecografia
“Matteo, non avevi parlato di due ecografie nelle righe precedenti?”, “L’ecografia di accrescimento di cui ho sentito parlare spesso da tante persone dove è finita?”: sono certo che, leggendo il titolo di questo paragrafo, tu ti sia postə queste domande. Non preoccuparti, è normalissimo.
L’ecografia di accrescimento o biometrica, che fino a qualche tempo fa si faceva nel terzo trimestre, non è più indicata. Esistono altri strumenti per capire come sta il bambino e controllare aspetti come la sua posizione in utero. Di cosa si tratta? Delle mani dell’ostetrica che, attraverso le manovre palpatorie, effettua un esame obiettivo.
La professionista in questione, nel corso dei controlli periodici durante la gravidanza, procede anche con la misura della pancia. Per la precisione misura la lunghezza dell’utero, dalla sinfisi pubica fino al fondo del suddetto organo, riportando il dato su un grafico e monitorando nel tempo l’evoluzione della situazione.
In caso di dubbi o se si riscontra una crescita anomala, è l’ostetrica stessa a chiedere di fare un’ecografia di accrescimento. Nelle circostanze appena descritte è indicata per ragioni cliniche. Di routine, però, non viene più effettuata e le linee guida in questo senso sono estremamente chiare.
Non è indicato effettuare ecografie o visite vaginali a ogni incontro con il professionista che segue la gestazione. Se ti stai chiedendo come mai, ti spiego subito il motivo. Il rischio dell’approccio sopra descritto è quello di spostare l’attenzione dalle sensazioni/percezioni a quello che dice il monitor, che espone alla creazione di falsi positivi a loro volta forieri di ansia per la futura mamma.
Come ho avuto modo di accennare in un altro articolo del blog, in gravidanza non esiste l’equazione “Più esami = gestazione seguita meglio e professionista che cura con maggior scrupolo”. La realtà è un’altra: bisogna imparare a fare solo quello che è strettamente utile e necessario

Ecografie 3D e 4D in gravidanza
Le ecografie in 3D e in 4D sono necessarie per la gravidanza? Se hai scoperto da poco di essere in attesa o se sei già consapevole da un po’ dell’arrivo del tuo cucciolo, queste domande avranno attraversato almeno una volta i tuoi pensieri. La risposta, ancora una volta, è molto semplice (oltre che aderente alle linee guida). No, l’ecografia in 3D e in 4D non sono esami necessari.
Ogni volta che si effettua un’ecografia, si rilasciano ultrasuoni su tessuti in crescita. Alla luce di ciò, procedere di routine solo perché si vuole vedere un’immagine anticipata del proprio piccolo – tra l’altro con esito poco realistico – non è raccomandato.
Solo in casi in cui c’è il sospetto di una malformazione o si vuole confermare un dato clinico visto con un’ecografia di primo livello è consigliato procedere, entrando di fatto nel terreno della diagnosi prenatale.