Finger food o posate in autosvezzamento: cosa scegliere?

Finger food o posate in autosvezzamento: cosa scegliere?

  1. INTRODUZIONE
  2. POSATE IN AUTOSVEZZAMENTO: COME UTILIZZARLE?
  3. BIMBO ATTRATTO DALLE POSATE: COME COMPORTARSI?
  4. LE MIGLIORI POSATE PER L’AUTOSVEZZAMENTO

Introduzione

Finger food o posate in autosvezzamento: cosa è meglio scegliere?

Ecco quello che, a ragione, si può definire un macro interrogativo.

Tantissimi genitori, nelle prossime righe avrai modo di scoprire come mai, mi chiedono informazioni in merito.

Per aiutarti a capire qualcosa di più, ho preparato questo contenuto, includendo pure un indice per darti modo, se vorrai, di entrare nel vivo di ogni sfaccettatura con un semplice click sul titolo del paragrafo che ti interessa.

Vuoi un excursus completo sull’autosvezzamento? Puoi scoprire il videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, che ho creato personalmente e che è accessibile dal pulsante alla fine del paragrafo.

Se vuoi, per ulteriori informazioni, puoi dare un’occhiata anche al profilo Instagram @drsilva.com_official

Posate in autosvezzamento: come utilizzarle?

Come sottolineo anche nel videocorso, quando i neo genitori si fanno domande su cosa scegliere tra finger food o posate in autosvezzamento, vedono, di frequente, le seconde ingiustamente demonizzate. Per quale motivo?

Perché, erroneamente, si tende a considerare il loro utilizzo come sinonimo di bimbo imboccato e non autonomo.

In questo articolo lo spiego chiaramente: tra i vantaggi dell’autosvezzamento rientra proprio la possibilità di incentivare l’autonomia del piccolo. 

La passività che contraddistingue l’approccio tradizionale all’alimentazione complementare, con il piccolo che, essendo imboccato, non ha modo di capire né cosa sta assumendo, né di sperimentare pienamente la sensazione di sazietà, non è di certo la strada giusta.

Attenzione, però: questo non vuol dire automaticamente demonizzare le posate.

Le si può usare per proporre il cibo al proprio bimbo, ma con un approccio intelligente e che esalti la sua autonomia.

Bisogna innanzitutto ragionare sulla tipologia di piatto che si presenta sulla tavola.

Se, per esempio, si opta per gli spaghetti al sugo, alimento che si adatta perfettamente al periodo in cui il bimbo ha una padronanza perfetta della presa palmare, le posate non sono necessarie e il cucciolo ha la possibilità di coniugare l’assunzione del cibo con un’esperienza manipolativa completa.

Diversa, invece, è la situazione di un pasto a base di riso e lenticchie.

In questo frangente, per ragioni di praticità, può essere comodo, quando si parla di scelta fra posate e finger food in autosvezzamento, proporre al bimbo le prime.

L’importante è dare modo al piccolo di manipolare sempre l’alimento e, se lo desidera, di portarlo alla bocca con le mani.

Un caso ancora diverso è quello della vellutata.

In questo frangente, l’utilizzo del cucchiaio durante il pasto è imprescindibile sia per il piccolo, sia per gli adulti.

A questo punto, è naturale chiedersi quali siano le dritte che i neo genitori dovrebbero seguire per avviare il proprio piccolo all’utilizzo delle posate in autosvezzamento. 

Un buon approccio pratico prevede il fatto di precaricare il cucchiaino e di appoggiarlo sul piatto, attendendo che il bimbo decida di prenderlo per portare il cibo alla bocca.

Il piccolo, come appena visto, anche in presenza di utensili rimane il protagonista del processo di nutrizione: decide lui cosa mangiare, come e se farlo. 

finger food o posate in autosvezzamento

Bimbo attratto dalle posate: come comportarsi?

Cosa fare se si nota, mentre si supervisionano i pasti del proprio bimbo, che il piccolo è attratto dalle posate?

In questi frangenti, suggerisco di procurarsi diversi cucchiaini.

Mentre il cucciolo consuma il cibo in maniera autonoma, si ha così modo di precaricarne uno successivo senza fretta.

Le migliori posate per l'autosvezzamento

Fatta eccezione per casi come la già menzionata vellutata, non ci sono indicazioni stringenti quando si parla di scelta tra finger food o posate in autosvezzamento. 

Le seconde, ribadisco, non vanno demonizzate, ma viste come uno strumento in più per aiutare il proprio bimbo nel percorso di scoperta del cibo.

L’importante è sempre rispettare i desideri e i tempi del piccolo: è lui che deve scegliere se prendere la posata o la mano della mamma o del papà, comunicando, di fatto, di avere fame.

Nei casi in cui si decide di usare le posate in autosvezzamento, quali sono le migliori da scegliere?

Come consiglio anche nel capitolo dedicato del videocorso, è opportuno comprare fin da subito posate in acciaio inox con manico “cicciottello” in plastica. 

Grazie a quest’ultima peculiarità, la posata sarà più facile da afferrare per il piccolo (per avviare il proprio bimbo all’acquisizione delle competenze necessarie alla gestione delle posate, a partire dai 12 mesi è possibile cominciare a proporre il gioco dei travasi).

Raccomando la scelta delle posate con le caratteristiche sopra menzionate sia per l’assenza di interferenti endocrini – sostanze alle quali è cruciale, come ho avuto modo di accennare qui, fare attenzione pure in gravidanza – sia perché, nei momenti di utilizzo della forchetta, sarà più agevole, per il bimbo, infilzare i singoli alimenti.

Quando si parla di tipologie di cucchiaini gestibili dal piccolo fin da subito, un doveroso cenno va dedicato ai modelli pre spoon, noti per il loro design che non obbliga il bimbo al movimento rotatorio del polso necessario, invece, con le posate tradizionali.

Ovviamente è possibile, sempre nel rispetto dell’unicità e dei tempi del bimbo, proporre pure le posate in silicone.

finger food o posate in autosvezzamento

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