Imboccare o non imboccare il neonato in svezzamento?

Come preparare il brodo vegetale per lo svezzamento

  1. INTRODUZIONE
  2. PERCHÉ NON BISOGNA IMBOCCARE I BAMBINI IN SVEZZAMENTO
  3. SVEZZAMENTO: IL NEONATO NON MANGIA SE NON VIENE IMBOCCATO?
  4. IMBOCCARE UN BAMBINO IN SVEZZAMENTO: LE ALTERNATIVE (GIUSTE) PER PROPORRE IL CIBO

Introduzione

I dubbi dei neo genitori sono tanti.

Tra questi, rientrano gli interrogativi sull’imboccare o non imboccare il neonato in svezzamento.

Se hai un bimbo di pochi mesi e questa domanda è al centro dei tuoi pensieri, l’articolo di questa pagina, preceduto da un indice per darti modo di fruire del contenuto in maniera più rapida e agevole, fa per te!

Per approfondimenti ulteriori sul mondo dell’alimentazione complementare a richiesta, alla fine del paragrafo puoi trovare il mio videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, un percorso corredato da ricettario e menù per tutte le stagioni.

Sul profilo Instagram @drsilva.com_official, puoi invece trovare aggiornamenti costanti dedicati a benessere e sviluppo del tuo bimbo!

Perché non bisogna imboccare i bambini in svezzamento

Quando ci si chiede se imboccare o non imboccare il neonato in svezzamento, è bene essere consapevoli che la risposta è negativa.

Per quale motivo?

Per capirlo, riprendiamo un attimo assieme l’espressione “alimentazione complementare a richiesta”, la più adatta per definire l’autosvezzamento.

Le parole “a richiesta” possono essere usate, come sicuramente saprai, per l’allattamento, ma anche per la parentesi che si apre dal momento in cui, notati i giusti segnali, ci si accorge che il piccolo è pronto a gestire cibi solidi e diversi da latte di mamma e/o formula.

Quando si inizia l’autosvezzamento, si dà il via a un percorso in cui, come ci ricorda anche la definizione tecnica in inglese baby led weaning, è il neonato a dover guidare.

Il piccolo, infatti, deve essere protagonista assoluto della scoperta del cibo attraverso il gusto e gli altri sensi.

Il ruolo del caregiver adulto deve essere limitato.

Chi si prende cura del cucciolo ha il compito di presentare in tavola piatti salutari e completi – possibilmente gli stessi che mangia il resto della famiglia, tenendo conto ovviamente di consistenze e tagli sicuri – e di supervisionare, come prevedono le indicazioni di prevenzione secondaria del soffocamento, il consumo del pasto.

imboccare o non imboccare il neonato in svezzamento

Svezzamento: il neonato non mangia se non viene imboccato?

Sono numerosi i genitori che mi contattano in consulenza preoccupati al pensiero di uno svezzamento che parte con il bimbo che non mangia se non viene imboccato.

Si tratta, come ricordo anche in questo articolo dedicato ai luoghi comuni sull’autosvezzamento, di un falso problema.

Quando il percorso di alimentazione complementare a richiesta è al principio, è normalissimo che il cucciolo si concentri solo su pochi assaggi.

La maggior parte del nutrimento quotidiano, infatti, proviene dal latte materno o dalla formula.

Quando, con i mesi che passano, la quantità di latte che il piccolo assume quotidianamente va a scemare, bisogna fare riferimento alla sua capacità innata di autoregolarsi e di riconoscere i segnali di sazietà.

Questi due aspetti, importantissimi, imboccando il neonato possono risultare compromessi, con tutti i rischi del caso riguardanti sovralimentazione e aumento di peso del cucciolo. 

Imboccare un bambino in svezzamento: le alternative (giuste) per proporre il cibo

Quando ci si chiede se imboccare o non imboccare il neonato in svezzamento è bene sapere che, fin da subito, esistono due alternative per proporre il cibo.

Si tratta delle posate, che non sono obbligatorie, fatta eccezione per alcuni piatti come il riso o le creme di verdure, ma che possono essere proposte al piccolo senza imposizioni per aiutarlo ad acquisire familiarità, e dell’approccio “finger food”.

In generale, la cosa migliore da fare è lasciare il cucciolo libero di sperimentare. In questo modo, si gettano le basi per affrontare su una salita meno ripida la fase della selettività alimentare, che inizia, come ricordo qui, a 18 mesi circa.

Come già detto, questo non impedisce di aiutarlo a familiarizzare con le posate.

Si può, per esempio, precaricare il cucchiaino e metterlo vicino al piatto. 

Così facendo, il bimbo non viene imboccato e può scegliere se e quando portare la posata alla bocca.

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