Mal di schiena e lombalgia in gravidanza: cause e cura

Mal di schiena in gravidanza: cause e come trattarlo con l'osteopatia

  1. INTRODUZIONE
  2. CAUSE DEL MAL DI SCHIENA IN GRAVIDANZA
  3. DOVE SI PRESENTA IL MAL DI SCHIENA DURANTE LA GRAVIDANZA
  4. OSTEOPATIA CONTRO LA LOMBALGIA IN GRAVIDANZA: GLI STEP DEL TRATTAMENTO
  5. IL LAVORO OSTEOPATICO SUGLI ARTI INFERIORI DELLA DONNA CON LOMBALGIA IN GRAVIDANZA
  6. IL LAVORO SU CAVIGLIA, GINOCCHIO E ANCA

Introduzione

Mal di schiena in gravidanza: ecco una problematica con la quale tutte le donne in dolce attesa, soprattutto sul finire della gestazione, hanno a che fare. 

In questo articolo, entrerò nel dettaglio delle cause e delle modalità di trattamento, concentrandomi ovviamente sull’aiuto che può dare l’osteopatia. 

Come puoi vedere, prima del contenuto è presente un indice.

L’ho preparato per darti modo di leggere in maniera più rapida e agevole. 

Se ti interessa una particolare angolazione dell’argomento, non devi fare altro che cliccare sul titolo del paragrafo corrispondente e approfondire.

Hai completato la lettura e ci sono dei punti che vuoi chiarire? Nessun problema!

Puoi venirmi a trovare su Instagram e farmi tutte le domande che vuoi. Sarò più che felice di risponderti in direct o nei commenti.

Ora, come dico spesso, entriamo nel vivo dell’azione e scopriamo tutto su una tematica molto importante per qualsiasi donna che aspetta un bambino.

Cause del mal di schiena in gravidanza

Il mal di schiena è un sintomo che accompagna la donna durante tutto il corso della gestazione.

Come accennato all’inizio dell’articolo e come ricordo anche in questo video, si presenta nella sua forma più fastidiosa alla fine della gravidanza.

Per amor di precisione, ricordo che può comparire anche all’inizio della dolce attesa.

Come mai? In questo frangente, si parla dell’effetto dell’attività contrattile dell’utero.

Il mal di schiena durante la gravidanza può presentarsi pure nel tempo dei prodromi del travaglio, ma anche nel corso del travaglio stesso.

Quello di cui mi occuperò nelle prossime righe, però, è il mal di schiena che insorge nel secondo e nel terzo trimestre di dolce attesa per via dell’aumento del peso del cucciolo. 

Il maggior carico ponderale provoca degli ovvi cambiamenti a livello delle curve vertebrali e del baricentro.

Di conseguenza, come mostro all’inizio del video linkato nelle righe precedenti, sia la regione lombare, sia quella lombosacrale sono interessate da un notevole sovraccarico.

Dato che la pancia in crescita sposta il baricentro anteriormente, la parte lombare si trova in qualche modo a dover sopperire.

I fattori appena elencati possono essere, a ragion veduta, considerati la classica goccia che fa traboccare il vaso nelle donne che, già prima di rimanere incinte, soffrivano di mal di schiena.

donna che soffre di mal di schiena in gravidanza

Dove si presenta il mal di schiena durante la gravidanza

In gravidanza, il mal di schiena può essere bilaterale, ma anche, come ricordo a partire da 1:04 nel video, riguardare tutta la fascia lombare.

Si può presentare pure in un’area leggermente più centrale, ossia a livello lombosacrale.

In alcuni frangenti, può insorgere dolore a livello delle articolazioni sacro iliache (sia sulla destra, sia sulla sinistra).

Alla luce di ciò, rivolgendosi a un osteopata specializzato, è molto importante andare a massaggiare la muscolatura stessa, migliorando la parte dorsale e concretizzando uno scarico degli arti inferiori.

Nelle prossime righe, illustrerò, passo dopo passo, come procede l’osteopata nel momento in cui deve massaggiare una mamma che soffre di mal di schiena in gravidanza (nel videocorso accessibile tramite il bottone in fondo al paragrafo e dedicato all’Osteo-Massage ® durante la dolce attesa, puoi trovare un capitolo ad hoc).

Osteopatia contro la lombalgia in gravidanza: gli step del trattamento

La donna gravida che soffre di mal di schiena viene fatta innanzitutto sedere e, successivamente, invitata a sdraiarsi su un fianco. 

In gravidanza, soprattutto quando la dolce attesa si avvicina al termine, la donna non può stare troppo tempo in posizione supina, in quanto la pancia pesa. 

Dopo aver fatto sdraiare la paziente, l’osteopata avvia una valutazione della muscolatura posteriore della parte lombare. 

Fondamentale, per il suddetto professionista, è valutare sia la parte paravertebrale, sia quella più laterale.

Essenziale è un’indagine approfondita per capire dove è contratta e rigida la parte lombare.

C’è di più! L’osteopata che tratta una donna che soffre di mal di schiena in gravidanza può, infatti, andare a controllare se ci sono rigidità e contratture anche a livello gluteo e degli arti inferiori (parlerò di questo aspetto in un paragrafo ad hoc).

Si tratta di un dettaglio da non trascurare in quanto, molto spesso, andare a trattare e decontrarre tutte le catene posteriori degli arti inferiori migliora sensibilmente il quadro della lombalgia.

Essenziale è associare l’approccio appena descritto con il trattamento mirato della regione dorsale.

Di pari passo, sarà necessario integrare anche la parte anteriore, ossia quella della pancia.

Se torni un attimo al video che ho linkato nel paragrafo iniziale, puoi vedermi concretamente all’opera (attenzione: non è un trattamento completo, ma una video pillola che ha il fine di aiutare a capire come può essere utile l’osteopatia in gravidanza).

Inizio dalla parte paravertebrale andando a decontrarre, attraverso una pressione che può essere o meno profonda – tutto dipende dalla sensibilità della paziente – la muscolatura della suddetta area.

Il trattamento deve avere una buona intensità rispettando, come sopra accennato, la dolorabilità della paziente e quello che è il suo schema posturale.

Dalla zona trattata nelle primissime fasi, risalgo verso l’area paravertebrale dorsale.

In alcuni casi, parto direttamente a trattare quest’ultima.

Ciò capita nelle situazioni in cui l’area lombare è particolarmente dolorante e ha la necessità di essere alleggerita.

La stessa, in caso di dolore ingravescente, può essere trattata durante le sedute successive.

Guardando il caso della paziente del video, ricordo che la zona paravertebrale dorsale non è prioritaria per la sua situazione.

Essendo, però, molto rigida, l’ho trattata in quanto andava a sovraccaricare la parte più bassa.

A partire da 5:43 nel video, per i venti secondi successivi mi sono concentrato anche sulla parte dorsale alta, essenziale da trattare non solo quando ci sono dolorabilità, ma pure per ottimizzare l’equilibrio nel momento in cui, a causa della pancia in crescita, il baricentro si sposta.

Dopo aver trattato sia la parte dorsale, sia quella lombare, mi sono focalizzato su un lavoro di mobilizzazione articolare non solo sulla parte muscolare, ma anche sulla colonna vertebrale. 

Tutto ciò è avvenuto facendo punto fisso sull’anca della paziente, una ragazza di nome Martina al nono mese di gravidanza nel periodo in cui abbiamo girato il video.

Il lavoro osteopatico sugli arti inferiori della donna con lombalgia in gravidanza

Il lavoro osteopatico sulla zona glutea è nodale nel momento in cui si ha a che fare con una donna con lombalgia e mal di schiena in gravidanza.

Nel caso di Martina, ho iniziato costeggiando il trocantere, sporgenza ossea del femore, e l’anca, posizionandomi su quest’ultima con cinque dita e utilizzando l’altra mano per esercitare pressione.

La forza deve essere profonda ed efficace, sempre nel rispetto del livello di tolleranza della paziente. 

Soprattutto durante la gravidanza, l’osteopata deve stare molto attento alle reazioni della paziente.

Il trattamento, infatti, deve essere piacevole e mirare a un miglioramento senza però lasciare, alla fine della seduta, la donna indolenzita.

Dopo essermi concentrato sull’anca, sono passato alla parte glutea, transitando anche in corrispondenza dell’articolazione sacro iliaca.

Ci tengo a precisare che il trattamento della zona glutea e della parte lombare permette, molto spesso, di risolvere il dolore sacro iliaco puntiforme.

Successivamente, mi sono spostato sulla parte posteriore della coscia, ma anche su quella laterale e anteriore.

La parte mediale, invece, va trattata soprattutto nei casi di pubalgia.

Per quanto riguarda il trattamento della parte laterale della coscia, ho effettuato una pressione sul tensore della fascia lata, ma anche in corrispondenza dei quadricipiti e della parte posteriore della coscia.

Nel video, ho specificato l’importanza di imprimere la giusta pressione a livello muscolare (la coscia di muscoli ne ha tanti). Il rischio, se non si fa così, è quello di non essere efficaci.

Dopo aver trattato la coscia, sono andato avanti concentrandomi sul polpaccio (sulla parte peroniera ma anche su quella tibiale e su quella posteriore).

In questo frangente, non si parla nello specifico di mal di schiena in gravidanza ma di zone che, nel corso della gestazione, possono essere interessate da criticità nel ritorno venoso e, di conseguenza, dall’insorgenza di crampi, in particolare durante le ore notturne.

Trattarle è importante sia per favorire la risoluzione dei crampi, sia per andare a lavorare sulle criticità che provocano la lombalgia.

Concentrarsi sugli arti inferiori per andare a svincolare la zona lombare è essenziale in chi ha avuto traumi o incidenti a carico dell’articolazione del ginocchio.

Il lavoro su caviglia, ginocchio e anca

Nel corso del trattamento esemplificativo che puoi vedere nel già citato video, mi sono concentrato altresì su caviglia, ginocchio e anca, il tutto con Martina in posizione supina. 

Per quanto riguarda la caviglia, l’ho articolata bene, ho valutato la mobilità del piede e ho eseguito una lieve trazione per allungare.

Ho mostrato infine una tecnica di allungamento che le donne in gravidanza possono provare a casa con il proprio compagno.

La procedura è molto semplice: basta, infatti, allungare l’arto inferiore con la gestante in posizione supina (la trazione arriva fino all’anca).

Il risultato? Una piacevole sensazione di leggerezza e dei notevoli miglioramenti a livello del bacino.

Concludo rammentando che gli esiti sono più evidenti e duraturi se si interviene subito, evitando di procedere solo quando si sente un dolore acuto.

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