Indice
Introduzione
L’argomento della montata lattea è uno dei più importanti per le neomamme. Quando arriva? Come stimolarla se non si presenta? Cosa fare durante? Le domande sono numerose! In questo articolo, cercherò di rispondere a tutte. Dato che si tratta di un contenuto lungo, ho preparato anche un indice. Grazie ad esso potrai, se vorrai, approfondire in maniera specifica le singole tematiche.
Ti auguro una buona lettura e ti invito, qualora ti dovessero venire dei dubbi, a venirmi a trovare su Instagram, dove condivido ogni giorno contenuti dedicati all’osteopatia neonatale.
Cos'è la montata lattea
La montata lattea è il momento in cui il colostro, il preziosissimo liquido giallo che caratterizza la nutrizione del piccolo nei primi giorni di vita, diventa latte di transizione e successivamente latte maturo. Il passaggio appena descritto è definito montata lattea.

Quanti giorni ci vogliono per il passaggio da colostro a montata lattea
Come ricordato dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica, in questo video, la risposta alla domanda che dà titolo al paragrafo dipende sia dalla mamma, sia dal bambino. La neomamma produce latte in base a quanto ne chiede il suo piccolo. Il latte potrebbe presentarsi in terza giornata, ma anche in quarta e in quinta.
Questa variabilità nei tempi di presentazione della montata lattea spesso preoccupa le neomamme. Non c’è nulla di cui aver paura! Nei giorni in cui la montata lattea non si presenta, il neonato non soffre certo la fame. C’è infatti il colostro, del quale abbiamo parlato in questo video presente sul mio canale YouTube, che fornisce al cucciolo tutto il nutrimento necessario, dando anche un notevole boost al suo sistema immunitario.
Attenzione: rimane comunque nodale stimolare sempre il seno, facendo in modo che, con i suoi tempi, il piccolo si attacchi il più possibile. In questo modo, è possibile anticipare l’arrivo della montata lattea.
A tal proposito, faccio presente la più che nota importanza dello skin to skin. Favorire, al momento della nascita, il contatto fisico tra mamma e bambino è essenziale. Lo è dopo un parto spontaneo e ancora di più a seguito di un parto cesareo. Durante il contatto pelle a pelle, infatti, il piccolo ha modo di iniziare a “studiare” – e in alcuni casi già a succhiare – il seno della mamma.
Più si stimola il seno e prima si inizia a farlo, prima si presenta la montata lattea nella neomamma.

Quali sono i sintomi della montata lattea e come riconoscerla
La montata lattea può avvenire sostanzialmente in due modi diversi. Il primo è quello che si manifesta con un seno improvvisamente marmoreo, teso, dolente (nella maggior parte dei casi, questi sintomi iniziano a palesarsi durante la notte). Esistono anche altri segnali da prendere in considerazione. Si tratta di un quadro sintomatologico che, al primo impatto, può far pensare a un’infezione. Niente di tutto questo! Si tratta invece di una ghiandola che, da un giorno con l’altro, sta iperfunzionando.
Davanti a manifestazioni come brividi, sudorazione, temperatura corporea molto alta – anche sopra i 39°C – non bisogna lasciarsi prendere dal panico! Non sta succedendo nulla di particolare. Si tratta del corpo che “urla” davanti a un lavoro improvviso, ossia la produzione del latte, che fa per la prima volta o che ritorna a fare dopo tanto tempo.
Il secondo modo è quello silente. Per molte donne, il passaggio dal colostro al latte maturo è sottile, sfumato, un quadro caratterizzato da un seno che non si riempie tantissimo perché viene continuamente drenato.
Cosa succede quando la montata lattea non arriva o è tardiva
In alcuni frangenti, la transizione dal colostro al latte avviene dopo tanti giorni. Sono diverse le interferenze che possono esserci dietro a questa situazione. Nell’elenco rientrano evenienze come la separazione del bambino dalla mamma subito dopo la nascita, così come le situazioni in cui non si lascia attaccare il bambino al seno secondo le sue richieste.
Da non dimenticare è poi il caso del piccolo che va stimolato un po’. Si tratta di situazioni in cui il neonato andrebbe avanti a dormire anche per tante ore di fila. Il seno, però, non è bene che stia a riposo a lungo se si vuole iniziare ad allattare. Compito della mamma è quindi avere attenzioni diverse.
Un’altra evenienza da considerare è quella del cucciolo con una suzione non efficace. Doveroso è altresì il cenno al piccolo a cui è stato offerto altro, dalle soluzioni glucosate al latte artificiale. Si tratta di altri liquidi – nutritivi o non nutritivi – che lo saziano. Se si considera poi che nei primi giorni di vita lo stomaco del neonato è piccolissimo, è facile capire come mai il bimbo si attaccherà meno al seno. Aggiustando queste interferenze, si riesce a far partire prima l’allattamento.
Come stimolare la montata lattea
Far arrivare il latte maturo in buona quantità e precocemente è un obiettivo importante per tantissime neomamme. Nulla di strano: si tratta di un aspetto che aiuta molto, per esempio, a recuperare il calo fisiologico che si è concretizzato dopo la nascita.
Per fare in modo che la montata lattea venga stimolata al meglio, basta tenere il bambino con sé, nello stesso ambiente o meglio ancora addosso. Sì, stiamo parlando del famoso contatto pelle a pelle che, oltre a piacere tantissimo al cucciolo, aiuta la mamma a favorire quella cascata neuroendocrina di ormoni che legano al piccolo e che hanno un ruolo decisivo anche nella produzione di latte.
La stimolazione meccanica è fondamentale, ma non basta. Serve infatti anche il contatto: non bisogna dimenticare che siamo mammiferi e che la sua continuità è decisiva per far arrivare il latte in quantità. La mamma deve offrire il seno frequentemente al proprio piccolo e non avere assolutamente paura di attaccarlo troppo: più si attacca, meglio è!
Una piccola parentesi prettamente osteopatica: nel caso in cui il bambino dovesse avere una suzione poco nutritiva, è bene valutare l’eventuale presenza di contratture a livello del collo e della lingua.
Si tratta di fattori che possono rendere la suzione più debole e portare a una stimolazione meno intensa ed efficace del seno. Anche il frenulo corto può portare a questa conseguenza. Dal momento che non sempre i genitori lo notano, ho creato un video YouTube ad hoc per aiutare le neomamme e i neo papà a riconoscerlo.

Cosa bisogna fare durante la montata lattea
Nel caso in cui la montata lattea dovesse arrivare in maniera silente, non bisogna curare particolarmente il seno. Nelle situazioni in cui, invece, si manifestano i sintomi elencati nei paragrafi precedenti, è necessario, invece, adottare qualche cautela (soprattutto se si è già tornate a casa, in quanto la montata lattea può presentarsi anche dopo le dimissioni dall’ospedale o dopo l’uscita dalla casa maternità).
Per evitare che il cucciolo faccia fatica ad attaccarsi per via della mammella eccessivamente tesa, è fondamentale mettere in atto l’auto spremitura manuale. Il passaggio in questione andrebbe effettuato prima di attaccare il piccolo. La maggior parte del lavoro la farà lui ma, in alcuni casi, può essere necessario facilitarglielo un po’.
Molte neomamme si chiedono se sia o meno opportuno usare il tiralatte durante la montata lattea. Non si tratta della prima scelta. Drena, su questo non c’è dubbio. Il contro è legato al fatto che, ricevendo dallo strumento l’informazione relativa alla produzione del latte, il seno si riempie eccessivamente. Concludo specificando che in montata lattea non è necessario scaldare il seno prima di “lavorarlo”; dal momento che sta iperfunzionando, sarà già bollente di suo.