Placenta: tutto quello che devi sapere

Placenta: tutto quello che devi sapere

  1. INTRODUZIONE
  2. PLACENTA, UN ORGANO UNICO E PREZIOSO
  3. FORMAZIONE DELLA PLACENTA: MODALITÀ E TEMPI
  4. LE FUNZIONI DELLA PLACENTA
  5. OSSIGENO AL CUCCIOLO
  6. FUNZIONE DEPURATIVA PER I LIQUIDI CORPOREI DEL FETO
  7. SOSTEGNO ALLE DIFESE IMMUNITARIE DEL CUCCIOLO
  8. PASSAGGIO DI SOSTANZE NUTRITIVE
  9. FUNZIONI ENDOCRINE
  10. BARRIERA PROTETTIVA CONTRO SOSTANZE DANNOSE
  11. LE LOCALIZZAZIONI DELLA PLACENTA
  12. PLACENTA PREVIA: CAUSE E RISCHI
  13. DISTACCO DI PLACENTA: COSA VUOL DIRE E COME CURARLO

Introduzione

La placenta: per le donne in gravidanza, soprattutto quelle al primo figlio, è fondamentale essere informate sulle peculiarità di quest’organo meraviglioso, che nutre e protegge il bambino nell’arco della gravidanza.

Se ti stai chiedendo cos’è la placenta, quali sono le sue localizzazioni e le possibili problematiche che possono riguardarla, questo contenuto è perfetto per te.

Come vedi è presente un indice, inserito per rendere semplice la tua lettura e permetterti, con un rapido click sul titolo del paragrafo che più ti interessa, di approfondire le varie declinazioni del tema.

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Placenta, un organo unico e prezioso

La placenta è un organo a dir poco speciale.

Temporanea e decidua – con il secondo aggettivo si chiama in causa il fatto che, una volta conclusa la sua funzione, si separa dal corpo nutre e protegge il feto durante il viaggio della gravidanza.

La sua formazione, della quale parlerò meglio nel prossimo paragrafo, avviene nell’utero materno.

La placenta ha origine sia dal corpo della mamma, per la precisione da modifiche dell’endometrio, sia dall’embrione.

La porzione di placenta che trae origine dall’embrione sono i villi coriali.

Il loro compito è assorbire ossigeno e altre tipologie di nutrimento per il feto dal sangue della mamma. 

Il loro ruolo prezioso non finisce qui. I villi coriali, infatti, sono fondamentali per la cessione dell’anidride carbonica al corpo della mamma.

Come già accennato, una volta terminato l’assolvimento delle sue funzioni, che saranno argomento dei prossimi paragrafi, la placenta si separa dal corpo.

Lo fa nel corso del processo che viene chiamato, in gergo ostetrico e ginecologico, secondamento.

Dopo il parto, la placenta viene espulsa nella grande maggioranza dei casi in maniera spontanea a circa mezz’ora dalla nascita del cucciolo.

Ciò avviene grazie a delle vere e proprie contrazioni che, però, sono meno intense in confronto a quelle del travaglio. 

Tramite queste ultime, avviene il distacco dei cotiledoni, ossia i vasi ematici che mantengono la placenta ancorata all’utero, dalle pareti del suddetto organo.

placenta

Formazione della placenta: modalità e tempi

Trascorsi più o meno sette giorni dal concepimento, la blastocisti, ossia la forma più avanzata dello sviluppo embrionale, comincia la sua penetrazione nell’endometrio.

Dopo un tempo che, in linea di massima, corrisponde ad altri sei giorni, la blastocisti viene avvolta dall’endometrio e prosegue con il suo sviluppo.

A partire da alcune delle cellule dell’embrione, prende il via la formazione dei villi coriali che, penetrando nell’endometrio, vengono coinvolti in processi di ramificazione via via più complessi.

Si forma così la placenta che, attorno alle dodici settimane di gravidanza, è in grado di sovrintendere pienamente ai suoi compiti di nutrimento e protezione di quello che, dal punto di vista medico, è ormai un feto.

Le funzioni di nutrimento spettavano prima al sacco vitellino, membrana extraembrionale visibile già dalle prime settimane di gestazione e fondamentale per la formazione delle cellule ematiche e germinali.

Il sacco vitellino, che smette di crescere più o meno verso la dodicesima settimana, scompare attorno alla dodicesima.

Continua nel frattempo la crescita della placenta che, in prossimità del parto, può raggiungere un peso di 500 – 600 grammi.

Il diametro alla fine della gravidanza, invece, va dai 20 ai 30 centimetri.

Per quel che concerne lo spessore, decisamente più consistente al centro, si parla di circa 4.

Le funzioni della placenta

Parliamo ora delle funzioni della placenta.

La principale riguarda la gestione degli scambi gassosi e metabolici tra il sangue materno e quello del feto in crescita.

La comunicazione tra quest’ultimo e la placenta avviene grazie al cordone ombelicale.

Doveroso è ricordare che pure l’organismo materno, a modo suo, “comunica” con il meraviglioso organo oggetto di queste righe.

Lo fa attraverso sacche piene di sangue, le cosiddette lacune, a loro volta in contatto con i villi coriali.

Dopo questa doverosa premessa, possiamo elencare nel dettaglio le altre funzioni della placenta.

placenta

Ossigeno al cucciolo

Tra le altre funzioni è possibile citare la cessione di ossigeno al feto e l’allontanamento da esso dell’anidride carbonica.

Per la diffusione di entrambi questi gas, è fondamentale il sottile strato di cellule che permette la separazione tra i villi coriali e il sangue della mamma.

Funzione depurativa per i liquidi corporei del feto

Durante la vita intrauterina, le funzioni depurative che spettano ai reni vengono portate avanti dalla placenta.

Lo stesso vale per l’omeostasi, termine tecnico che indica la capacità che gli organismi hanno di regolare l’ambiente interno anche a fronte di variazioni di quello esterno.

Sostegno alle difese immunitarie del cucciolo

Attraverso l’endocitosi, processo in cui le cellule, tramite la membrana plasmatica, inglobano molecole e altri corpi che si trovano nello spazio extracellulare, il fantastico organo di cui stiamo parlando consente il passaggio degli anticorpi al cucciolo.

Questo organo fantastico è anche in grado di impedire il passaggio ad alcuni organismi patogeni.

Attenzione:non a tutti! Esistono diverse eccezioni, tra cui il protozoo che causa la toxoplasmosi. 

Passaggio di sostanze nutritive

Permeabile da parte di tantissimi nutrienti presenti nel sangue materno, dalle proteine ai trigliceridi, senza dimenticare il glucosio e alcune vitamine, la placenta è in grado di passarli al cucciolo.

Funzioni endocrine

Già dall’inizio del suo sviluppo, la placenta secerne l’ormone gonadotropina corionica umana, la cui frazione beta viene rilevata nel momento in cui si effettua il test di gravidanza.

L’hCG ha un compito molto importante: sostenere i processi di sintesi del progesterone, che partono dal corpo luteo.

Attorno alla settima settimana di gravidanza, la placenta è in grado di gestire in maniera autonoma la sintesi di tutto il progesterone che serve all’embrione.

Il corpo luteo inizia quindi a degenerare e i livelli di hCG a ridursi.

Barriera protettiva contro sostanze dannose

La placenta, fungendo da barriera, protegge il feto da diverse sostanze dannose.

Pure in questo caso, ci sono delle eccezioni.

Tra queste spiccano la nicotina e altre sostanze cancerogene che si trovano nelle sigarette, le droghe e l’alcol.

Le localizzazioni della placenta

Quando si parla della placenta, è necessario soffermarsi anche sulle sue diverse localizzazioni, che dipendono da dove avviene l’impianto dell’embrione.

Ecco le principali:

  • Posteriore: in questo frangente, come spiego bene in questo video, la placenta è rivolta verso la schiena della mamma;
  • fundica, situazione in cui la placenta si trova a livello della parete superiore dell’utero;
  • anteriore, caso in cui la placenta “guarda” verso la pancia;
  • localizzazione laterale destra o sinistra.

 

Ricordo anche l’esistenza di svariate posizioni intermedie e soprattutto il fatto che l’importante è che la placenta si trovi al di sopra del feto.

Può capitare, come ben si sa, che l’embrione si impianti nella parte inferiore dell’utero.

In questi frangenti, si parla di placenta bassa e di placenta previa.

La prima si trova vicina all’orifizio inferiore dell’utero. Si tratta di un quadro preoccupante? Non per forza. 

Può succedere, infatti, che il cucciolo, assumendo la posizione cefalica, sposti la placenta in posizione laterale.

La placenta previa, invece, ricopre in maniera parziale o totale il suddetto orifizio.

Placenta previa: cause e rischi

La placenta previa, favorita da fattori di rischio come la medesima diagnosi nelle gravidanze precedenti, il parto cesareo, il tabagismo, l’età superiore ai 35 anni e, giusto per citarne un altro tra i numerosi, la gestazione insorta a seguito di una PMA, è una condizione che merita immediata attenzione medica.

Il rischio principale è che, con il travaglio e la conseguente dilatazione del collo dell’utero, la placenta si stacchi e il cucciolo, che non ha più la sua fonte di nutrimento, non sopravviva.

Questo è il motivo per cui, accertata, cosa che si può fare in maniera definitiva dopo le 32 settimane, la diagnosi di placenta previa, si opta per la nascita con taglio cesareo.

Si procede prima delle 40 settimane, così da evitare che la placenta raggiunga il periodo in cui non è più in grado di gestire al meglio le sue funzioni o che parta naturalmente il travaglio.

placenta previa

Distacco di placenta: cosa vuol dire e come curarlo

Il distacco di placenta è un’emergenza ostetrica che si verifica quando, prima del tempo, la placenta si stacca dalle pareti dell’utero.

Evenienza che si concretizza raramente e in gestazioni già problematiche – a favorirla, per esempio, sono l’età elevata della madre e l’ipertensione – in acuto ha come sintomo un dolore improvviso, costante e localizzato.

Per descriverlo meglio, ricordo che è totalmente diverso da quello delle contrazioni, che aumenta e si arresta e che coinvolge tutto l’utero.

Sempre nei quadri acuti di distacco di placenta, possono insorgere perdite di sangue.

Cosa fare?

Recarsi subito in pronto soccorso ostetrico.

Qui il personale sanitario si occupa di aspetti come il monitoraggio del battito cardiaco del feto, l’esecuzione dell’ecografia pelvica e dell’esame dell’emocromo alla mamma.

Se la gravidanza è a termine, il tracciato cardiotocografico critico e il quadro clinico della mamma instabile dal punto di vista emodinamico, si esegue il cesareo d’urgenza.

Con quadro emodinamico materno stabile e tracciato cardiotocografico non critico, si può tentare, ovviamente in assenza di controindicazioni come la placenta previa, con il parto vaginale.

L’ospedalizzazione e l’osservazione della donna in attesa sono invece indicate in caso di distacco di placenta in gravidanza non a termine, con sanguinamento non pericoloso per la vita di mamma e cucciolo e tracciato di quest’ultimo regolare.

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