Posizioni per l'allattamento al seno: guida completa
- INTRODUZIONE
- BUONE PRATICHE PER UN ATTACCO CORRETTO
- LE CARATTERISTICHE DI UN BUON ATTACCO
- LA POSIZIONE MIGLIORE PER LA MAMMA
- POSIZIONI PER ALLATTARE AL SENO
- POSIZIONE A CULLA: COME FUNZIONA E COME ATTACCARE IL NEONATO AL SENO
- POSIZIONE A RUGBY: COME FUNZIONA E MODALITÀ DI ATTACCO CORRETTA
- POSIZIONE SEDUTA O BIOLOGICAL NURTURING: BREVE GUIDA
- POSIZIONE SDRAIATA SUL FIANCO: COME GESTIRLA
Introduzione
Quali sono le migliori posizioni per l’allattamento al seno? Ecco una delle classiche domande da un milione di dollari.
Tutte le mamme, almeno una volta, si sono poste questo interrogativo. Se sei qui, vuol dire che ti interessa sapere qualcosa di più sul tema.
Ecco perché ho creato questa guida: per aiutarti a scoprire gli accorgimenti più validi per vivere in maniera ancora più serena la straordinaria esperienza dell’allattamento del tuo cucciolo.
Come vedi, ho creato un indice. L’ho preparato per darti modo, se vorrai, di entrare ulteriormente nello specifico delle tante sfaccettature del tema semplicemente cliccando sul titolo del paragrafo che ti interessa.
Per approfondire ulteriormente, ti invito a scoprire anche il videocorso verticale che ho curato personalmente – lo trovi alla fine del paragrafo – e a fare un salto sul profilo Instagram @drsilva.com_official.
Buone pratiche per un attacco corretto
Prima di entrare nel vivo delle posizioni per l’allattamento del neonato, è importante soffermarsi su alcune buone pratiche per favorire un attacco corretto.
Fondamentale innanzitutto è essere pancia contro pancia con il proprio bimbo.
Come ricordo anche nel videocorso, caratterizzato sia da focus teorici, sia da una corposa parte pratica, è cruciale che non ci sia spazio tra il corpo del cucciolo e quello della sua mamma.
Si tratta di un dettaglio decisivo per facilitare al cucciolo l’estensione della testolina e, di conseguenza, una completa apertura della bocca.
Ricordo altresì che il piccolo non deve trovare il capezzolo in corrispondenza della bocca, ma all’altezza del nasino.
Così facendo, dovrà andare ad aprire la bocca per agganciarlo (a questo punto, la mamma può avvicinare la testolina del cucciolo al seno).
Nel corso delle prime poppate, l’attacco è guidato. Sì, il cucciolo ha un istinto di suzione, ma non si è mai attaccato concretamente.
La mamma, ribadisco, deve guidarlo. In che modo? Ecco gli step da seguire:
- Sostegno del seno con una mano, tenendolo in direzione della bocca proprio come se fosse un panino pronto per essere mangiato;
- mantenimento del cucciolo con l’altra mano, così da poter concretizzare il movimento di aggancio una volta che il piccolo avrà aperto la bocca.
Per le prime poppate, è importante armarsi di pazienza. L’attacco, infatti, può richiedere un po’ di tempo.
Tornando un attimo al secondo dei due punti precedentemente elencati, faccio presente che il neonato deve essere sostenuto dalla radice del collo.
Così facendo si riesce a garantirgli libertà di movimento con la testa – spetta a lui decidere quando attaccarsi e staccarsi – e, nel contempo, ad avere una presa salda, riuscendo comunque a gestire il seno.

Le caratteristiche di un buon attacco
Quali sono i criteri utili a capire se l’attacco del proprio cucciolo al seno è corretto?
Ecco un’altra questione cruciale da approfondire prima di aprire il capitolo delle posizioni per l’allattamento al seno.
Il primo criterio riguarda l’areola, che deve essere per la maggior parte all’interno della bocca del cucciolo.
Così facendo, il piccolo ha il capezzolo in corrispondenza del palato duro e, come preciso nel videocorso a cui puoi accedere alla fine del paragrafo, praticamente non lo tocca e non lo stira.
Ciò permette alla mamma di non sentire male durante l’attacco.
Non bisogna preoccuparsi se il cucciolo non tiene in bocca proprio tutta l’areola.
Non è automatico che riesca a farlo, soprattutto quando il seno della mamma è particolarmente abbondante.
Quello che conta è che la maggior parte della suddetta zona di cute che circonda il capezzolo sia all’interno della bocca del neonato.
Un altro aspetto da controllare per capire se l’attacco è efficace chiama in causa le labbra del cucciolo, che devono essere estroflesse.
Inoltre, la mamma non deve sentire schiocchi e rumore d’aria che passa.
Perché si possa parlare di attacco efficace, è altresì necessario che le guance del cucciolo siano belle piene.
Come sottolineo sempre alle mamme che mi contattano per le consulenze, se si è in presenza di tutti i criteri precedentemente elencati ma si prova dolore, vuol dire che c’è qualcosa da correggere.
Un utile consiglio per iniziare a gestire la situazione – se le cose non cambiano nell’immediato, è opportuno rivolgersi a un’ostetrica esperta – prevede il fatto di staccare il cucciolo dal seno e provare una posizione diversa.
Attenzione: anche il modo in cui si stacca il piccolo dal capezzolo non deve essere approcciato a caso.
Non bisogna staccarlo direttamente, ma inserire un dito nell’angolo della sua piccola bocca in modo da fargli perdere la presa.
La posizione migliore per la mamma
La mamma che allatta deve sentirsi comoda. Non dimentichiamo, infatti, che il cucciolo può stare attaccato anche per tempi molto lunghi.
Alla luce di ciò, è fondamentale ricercare il massimo dell’intimità e, come già detto, assumere posizioni comode.
Un consiglio che do spesso alle mamme che mi contattano è di circondarsi di cuscini.
Un’altra raccomandazione importante prevede il fatto di avere la schiena sempre appoggiata. In questo modo, diventa più facile scaricare il peso delle spalle.
Come poco fa accennato, è opportuno utilizzare dei cuscini.
Il loro ruolo è prezioso, per esempio, per l’appoggio del braccio.
Usarli permette di evitare di trovarsi a sostenere, con i muscoli in attivazione, un peso che può essere già di diversi kg.
Posizioni per allattare al seno
Entriamo ora nel vivo delle posizioni per l’allattamento al seno. Vedremo le più comuni, ossia le seguenti:
- Posizione a culla;
- posizione a rugby;
- posizione seduta o biological nurturing;
- posizione sdraiata (particolarmente utile alle mamme che sono state sottoposte a taglio cesareo).
Nei prossimi paragrafi, entrerò nel dettaglio di ciascuna di esse, specificando anche gli accorgimenti più importanti per attaccare al meglio il cucciolo al seno.

Posizione a culla: come funziona e come attaccare il neonato al seno
La posizione a culla è la più classica quando si parla di posizioni per l’allattamento al seno.
Vede il bimbo sdraiato in obliquo e sostenuto da un braccio materno.
Testa, spalle e bacino si trovano sullo stesso asse, in modo da facilitare il processo di deglutizione.
Se sostenuto con la mano che si trova dalla stessa parte del seno che viene offerto, si parla di posizione a culla incrociata.
Quest’ultima, in media, è quella che si vede più frequentemente.
Per attaccare correttamente il piccolo al seno quando la si sceglie per allattare, è fondamentale che la pancia del cucciolo si trovi contro quella della mamma.
La testolina, come già detto, non deve essere perfettamente di fronte al seno, ma un pochino più bassa.
In questo modo, si favorisce l’iperestensione della testina e l’apertura della bocca per agganciare il capezzolo.
Un bimbo allattato in posizione a culla deve essere tenuto alla radice del collo.
L’altra mano, in caso di attacco guidato, sostiene il seno.
I cuscini, come sopra accennato, possono aiutare nella gestione della posizione, ma è meglio metterli dopo.
Quando ci si “allena” con i primi attacchi, è opportuno sentirsi libere.
A questo punto, con il capezzolo all’altezza del nasino, si procede con l’avvicinamento, in modo da dare modo al cucciolo di agganciarsi al seno.
L’incontro bocca – seno, in particolare all’inizio, deve essere concretizzato dalla mamma.
Come specificato nelle righe precedenti, per avere la certezza di un attacco corretto non bisogna sentire rumori strani, per esempio schiocchi, ma solo quello della deglutizione.
Rammento altresì l’importanza di vedere il movimento di tutta l’articolazione temporo-mandibolare e dell’orecchio.
Altro aspetto di grande rilevanza è la tranquillità.
Il cucciolo, come faccio vedere chiaramente nei capitoli pratici del videocorso, quando è attaccato bene al seno – attenzione, il nasino deve essere libero – è quieto in quanto riconosce una risposta a un suo bisogno.

Posizione a rugby: come funziona e modalità di attacco corretta
Proseguendo con l’elenco delle posizioni per l’allattamento al seno più comuni, si trova quella a rugby.
Il motivo del nome è molto semplice: la mamma tiene il piccolo proprio come se reggesse un pallone da rugby.
Il corpo del cucciolo è posizionato a lato di quello della mamma e in modo da avere i piedini che toccano lo schienale del divano o della poltrona dove lei è seduta.
Si tratta di una posizione molto apprezzata non solo perché garantisce un ottimo controllo, ma anche perché permette al cucciolo di sentirsi maggiormente al sicuro.
Quando la si chiama in causa, non si può non ricordare il suo essere comoda nei casi in cui si hanno due gemelli e si vuole allattarli contemporaneamente.
Inoltre, parliamo di una delle posizioni per allattare spesso consigliate a chi ha fatto il cesareo o ha dei seni particolarmente voluminosi.
Quando la si chiama in causa, è bene ricordare che, scegliendola, si permette al cucciolo di stimolare una parte diversa del seno rispetto a quella drenata con la posizione a culla.
Il mento del neonato, infatti, fa perno su un altro punto.
Per un attacco corretto, è fondamentale che non vi sia spazio fra il corpo del piccolo e quello della mamma.
Il mento, come appena detto, funge da perno. Ecco perché deve essere ben appoggiato al seno.
Ancora una volta, il nasino deve essere di fronte al capezzolo.
Si attende che il piccolo spalanchi la bocca per concretizzare il più volte citato movimento di aggancio.
In questa posizione, è importante che il tessuto del seno non sia stirato, perché a lungo andare può procurare fastidio.
Conoscere anche la posizione a rugby oltre a quella a culla è essenziale in quanto, se si ha il sospetto della presenza di una zona non ben drenata, ci si può concentrare su quest’ultima cambiando posizione.
In allattamento – cosa che non mi stancherò mai di ricordare – non è importante solo l’attacco in sé, ma anche l’ascolto del proprio seno da parte della mamma.

Posizione seduta o biological nurturing: breve guida
Un’altra posizione che viene spesso consigliata fin dalla nascita è il biological nurturing o posizione seduta.
Come è chiaro dalla definizione stessa, il piccolo è seduto di fronte alla mamma, per la precisione sulle sue gambe, e trova il seno davanti al nasino.
I neonati molto piccoli rimangono in posizione fetale, con le gambine flesse sull’addome, che possono tranquillamente essere lasciate così.
L’attacco va gestito sempre avvicinando il piccolo il più possibile – non deve esserci spazio tra il suo corpo e quello della mamma – e facendo in modo che trovi il seno davanti al nasino.
Questa posizione – che richiede, nel caso di bambini molto piccoli, un sostegno dalla schiena e dalla testina – può all’inizio risultare un po’ scomoda.
Con la giusta dimestichezza, però, si risolve tutto.
Si tratta di una posizione ricca di vantaggi in quanto favorisce un attacco profondo.
Il cucciolo ha il mento completamente infossato nel seno della mamma e, di riflesso, riesce ad estrarre maggiori quantità di latte.
L’inclusione di questa posizione nella propria quotidianità di allattamento può rivelarsi utile a fronte di un quadro di ragadi, ma anche quando si ha un bimbo con delle piccole contratture a livello mandibolare (in questo caso, è fondamentale affiancare il supporto all’allattamento con un lavoro osteopatico).
Quando si allatta in posizione di biological nurturing bisogna sostenere il seno e, nel medesimo tempo, reggere il collo del bambino in modo da evitare che scivoli indietro.
La posizione, se la mamma è più comoda, può essere trasformata anche in semi sdraiata.
Ci si può sistemare sul letto o sul divano, arrivando a far succhiare il cucciolo a pancia in giù. Mentre si modifica leggermente la posizione, è cruciale avere cura che il seno non sfugga.
Posizione sdraiata sul fianco: come gestirla
Le posizioni per l’allattamento al seno comprendono, come già specificato, anche quella sdraiata sul fianco.
Si tratta di una delle preferite dalle mamme che hanno fatto il cesareo.
Un altro vantaggio riguarda il suo essere adatta all’allattamento durante le ore notturne.
La mamma deve sdraiarsi dal lato del seno che intende offrire. Prima di attaccare il cucciolo, è basilare che sia comoda.
La soluzione migliore sarebbe stare con la testa semi reclinata, motivo per cui è bene aggiustare con cura i cuscini.
Così facendo, si permette alla testa di essere un po’ più alta rispetto alle spalle.
Le gambe devono essere semi flesse e, possibilmente, è il caso di mettere un cuscino tra le ginocchia.
Per quanto riguarda la modalità di attacco del cucciolo, ricordo, come nei casi precedenti, l’importanza dell’adesione tra la sua pancia e quella della mamma.
Il cucciolo, se si sceglie la posizione allattamento sdraiata, va quindi girato sul fianco.
Il piccolo deve trovare il seno non di fronte ma, proprio come nelle posizioni precedenti, verso l’alto, in modo da mantenere la testolina in iperestensione anche nel corso della poppata.
Non appena, dopo l’attacco, ci si rende conto che il cucciolo ha una buona presa – ciò implica, in tutti i casi, il fatto di non aver preso l’areola in punta – si può spostare la mano che tiene il seno in corrispondenza della schiena del neonato, così da reggere il suo tronco e il suo collo.
Dal momento che in questa posizione è possibile che la mamma si addormenti, suggerisco di posizionare dietro alla schiena del cucciolo un cuscino, in modo da dare ulteriore sostegno alla mano materna.
La posizione di sicurezza prevede che, nel caso in cui lei dovesse lasciare la presa perché si è addormentata, il neonato non si muova (dietro di lui, in ogni caso, deve esserci spazio).