Presa palmare e presa a pinza in svezzamento
Introduzione
Cosa si intende per presa palmare e presa a pinza in svezzamento?
Se ti stai ponendo questa domanda e sei un neo genitore con un bimbo che si sta avvicinando al momento dell’inizio dell’alimentazione complementare a richiesta, l’articolo nelle prossime righe fa per te.
Corredato con un indice, inserito per darti la possibilità di approfondire le angolazioni del tema cliccando sui titoli dei vari paragrafi, contiene informazioni che, se vuoi, puoi arricchire scoprendo i contenuti del videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, un percorso, accessibile alla fine del paragrafo, che ho preparato per aiutarti a chiarire i principali interrogativi sull’alimentazione complementare a richiesta.
Per ulteriori approfondimenti, puoi dare un’occhiata anche al profilo Instagram @drsilva.com_official.
Presa palmare nel bambino: di cosa si tratta?
Diamo il via al nostro viaggio dedicato al tema della presa palmare e presa a pinza in svezzamento partendo con un focus sulla prima.
Attorno ai 6 mesi – periodo che, in linea generale, si contraddistingue per il raggiungimento dei requisiti per l’avvio dell’alimentazione complementare a richiesta – il bimbo è perfettamente in grado di tenere un oggetto nella mano destra e uno nella mano sinistra.
Possiede inoltre la capacità di passare gli oggetti stessi da una mano all’altra.
Il cucciolo, a 6 mesi circa, è passato da una presa che, a livello tecnico, può essere essere definita “cubito-palmare” a una prensione medio-palmare.
In questo secondo caso, che può essere chiamato in causa anche con la definizione di presa palmare semplice, il bimbo tiene gli oggetti tra mignolo, anulare, medio e palmo della mano.
Quest’ultima, viene chiusa per formare un piccolo pugno.
Nel periodo che, a grandi linee, va dal settimo all’ottavo mese, la presa palmare assumerà peculiarità pluridigitali.
Quali sono le implicazioni in autosvezzamento?
Come ricordo all’inizio di questo video, ma anche nel capitolo del videocorso, si tratta del momento perfetto per presentare in tavola alimenti tagliati a bastoncino (per gli altri tagli sicuri, rimando all’atlante completo che è possibile trovare in omaggio nel videocorso).
Lo stick – lo spessore di riferimento è quello dell’indice della mano femminile – deve essere di forma allungata.
Il cucciolo, vedendo l’alimento spuntare dal pugnetto dopo averlo afferrato, ha così modo di assaggiarlo agevolmente.
Degna di nota è altresì l’importanza della giusta consistenza.
Faccio l’esempio comunissimo della carota: deve essere rigorosamente cotta prima di essere offerta tagliata a bastoncino, in quanto cruda è troppo dura.
Per capire se la consistenza è adeguata, bisogna prendere l’alimento e schiacciarlo tra il polpastrello del pollice e il primo dell’indice. Se si spappola, può essere portato in tavola tranquillamente.

Presa a pinza: cos'è e quali sono le implicazioni per l'autosvezzamento?
Il nostro excursus prosegue aprendo la parentesi dedicata alla presa a pinza.
Parlerò ovviamente delle sue implicazioni per l’autosvezzamento.
La presa a pinza nei bambini rappresenta uno step di grande importanza nello sviluppo della motricità fine.
Le abilità fino-motorie distinguono l’essere umano dal regno animale.
Di cosa si parla quando le si chiama in causa?
Della capacità di usare le mani per eseguire movimenti di estrema precisione, resi tali anche grazie alla coordinazione occhio – mano e al ricorso indipendente a tutte e 10 le dita.
La motricità fine è cruciale ai fini della sopravvivenza.
Permette, infatti, di procurarsi il cibo, di prendersi cura di sé, di interagire con gli altri e socializzare.
La presa a pinza a quanti mesi viene sviluppata?
Quando ne ha più o meno nove, il piccolo riesce a prendere oggetti di piccole dimensioni opponendo pollice e indice.
Del secondo dito utilizzo la falange inferiore: non a caso, proprio di presa a pinza inferiore si parla.
Attorno agli 11 – 12 mesi, si “affaccia sulla scena” la presa a pinza vera e propria, frutto dell’unione tra pollice e falange superiore dell’indice.
Quando il piccolo raggiunge la suddetta tappa, è possibile iniziare a offrirgli in tavola pezzi di cibo di dimensioni più piccoli e dalla forma meno allungata.
Il bimbo sarà in grado di gestirli autonomamente senza il ricorso alle posate.
Non bisogna ovviamente dimenticare i tagli sicuri.
I cibi, quando subentra la presa a pinza, vanno tagliati innanzitutto a bastoncino.
Successivamente, bisogna realizzare cubetti delle dimensioni di circa 1 centimetro.
Non vanno mai proposti interi gli alimenti di piccole dimensioni e di forma tonda.
Il piccolo non è in grado di masticarli e, di conseguenza, aumenta il rischio di soffocamento.
Nel caso della pasta, ricordo i ditalini, un formato fantastico da proporre in tavola quando si concretizza il passaggio da presa palmare a presa a pinza.
Sono sicuri pure per i bambini più piccoli, ma decisamente ostici da afferrare con la presa palmare.
Il medesimo discorso si può fare per il cous cous e per cereali come sorgo, quinoa, miglio.