Pubalgia in gravidanza: cause e come curarla

Come risolvere la pubalgia in gravidanza con l'osteopatia

  1. INTRODUZIONE
  2. PUBALGIA DURANTE LA GRAVIDANZA: LA ZONA DEL CORPO COINVOLTA
  3. IL GIUSTO INQUADRAMENTO
  4. COME RISOLVERE LA PUBALGIA IN GRAVIDANZA: IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO

Introduzione

Pubalgia in gravidanza: che cos’è? Cosa la causa? Come risolverla?

Se stai aspettando un bambino e ti stai ponendo le domande appena riportate, il contenuto nelle prossime righe fa per te.

Per aiutarti a fruire dell’articolo in maniera più rapida e semplice, ho preparato un indice.

Se ti interessa approfondire una determinata sfaccettatura dell’argomento trattato, non dovrai fare altro che cliccare sul titolo del paragrafo corrispondente.

Alla fine della lettura ti sono rimasti dei dubbi? Puoi venirmi a trovare su Instagram, dove sarò felice di risponderti sia nei commenti, sia in direct.

Ora non mi resta che augurarti una buona lettura, prenderti per mano e guidarti alla scoperta di alcune preziose informazioni per il tuo benessere in gravidanza.

Pubalgia durante la gravidanza: la zona del corpo coinvolta

Prima di entrare nel vivo delle cause e dei rimedi utili contro la pubalgia in gravidanza, è importante capire di che zona del corpo si sta parlando.

Per rispondere alla domanda appena menzionata, ti invito a guardare questo video.

All’inizio del contenuto, la Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica indipendente e autrice di alcuni dei videocorsi presenti in Academy, mostra il modellino di un bacino umano, indicando la sua chiusura inferiore da parte del pavimento pelvico.

Ha altresì specificato che la parte sinistra e la parte destra del bacino – le branche pubiche – sono agganciate tra loro da un’articolazione, la sinfisi pubica, a sua volta formata da due strutture che assomigliano a dei manicotti.

In gravidanza, a causa di fattori che vanno dagli edemi locali alla pressione dall’alto, diventano un po’ più spessi e possono più facilmente andare incontro a infiammazioni. 

Con la pubalgia, tutta la sinfisi pubica e, in alcuni casi, anche le regioni adiacenti risulta infiammata e indolenzita.

Il risultato è l’insorgenza di dolore anche a fronte di piccoli movimenti.

Cosa si può fare? Prima di tutto, è il caso di pensare ad alleggerire la zona.

In che modo? Ci si può mettere supine con gli arti inferiori più alti rispetto al bacino, in modo da scaricare la suddetta zona anatomica.

Ancora più utile è la posizione carponi.

Adottandola, si fa in modo che il peso del bambino non gravi più sul bacino, ma sulla pancia della mamma. 

Questi piccoli esercizi, se praticati quotidianamente, possono essere di grande aiuto contro la pubalgia in gravidanza (assieme a massaggi, tocchi e calore localizzato).

La condizione oggetto di questo articolo andrebbe gestita prima del parto, in modo da poter travagliare con tutto l’agio possibile.

donna incinta che soffre di pubalgia in gravidanza

Il giusto inquadramento

La risoluzione della pubalgia in gravidanza passa spesso dall’intervento di un osteopata esperto. 

Nel momento in cui si chiama in causa il lavoro di questo professionista, è necessario soffermarsi su un aspetto diagnostico.

Perché il trattamento sia davvero efficace, è necessario capire se il dolore è a livello della sinfisi o della branca pubica

Il dolore, molto spesso, è dovuto a un’infiammazione della parte muscolare, che va in stress insieme con l’articolazione.

Se è localizzato a livello superiore, la causa va ricercata nella muscolatura addominale (che proprio nella succitata parte si inserisce).

Il pancione sottopone a uno stress notevole la muscolatura addominale.

Questo può portare, di riflesso, all’insorgenza di dolore al basso ventre in gravidanza e a un quadro all’insegna della pubalgia (superiore nel caso appena descritto).

Un bravo osteopata andrà a trattare tutta la muscolatura addominale, applicando tecniche mirate a livello del sacro e del bacino.

Altre volte, invece, il dolore che le donne in gravidanza lamentano è localizzato a livello della branca pubica anteriore.

In tali frangenti, parte tutto dalla muscolatura degli adduttori. 

La differenza approfondita in queste righe è cruciale da capire.

Comprendendola è possibile, per l’osteopata, gestire il trattamento in maniera customizzata. 

Dopo questa parentesi importantissima, nelle prossime righe descriverò, passo dopo passo, un trattamento osteopatico eseguito su una donna al nono mese di gravidanza.

Si tratta di Martina, ai tempi incinta del piccolo Leo, protagonista anche dei trattamenti contro i crampi, la sciatica, la cervicale e il mal di schiena in gravidanza.

Come risolvere la pubalgia in gravidanza: il trattamento osteopatico

Come poco fa accennato, l’osteopatia può rivelarsi risolutiva in quadri di pubalgia in gravidanza. 

All’inizio di questo video che mi vede trattare Martina, ai tempi incinta del piccolo Leo e al nono mese di gravidanza, faccio presente che, per via del cambio di baricentro che si concretizza durante la gravidanza, anche la parte del bacino muta.

Si antiverte e viene coinvolta in un processo di traslazione anteriore provocato dall’addome.

A livello del pube, si possono creare delle tensioni. 

Come accennato nel paragrafo precedente, è cruciale distinguere il dolore che deriva dalla muscolatura addominale da quello che, invece, è causato dalla muscolatura adduttoria (si tratta di un aspetto di competenza osteopatica, che riporto comunque per completezza informativa).

Ho dato il via al trattamento invitando Martina a mettersi in posizione supina sul lettino.

Se la donna non riesce a tenerla per via del peso del pancione, il trattamento può essere effettuato senza problemi mentre è sul fianco.

A 2:15, ho specificato l’importanza, per l’osteopata, di appurare l’eventuale presenza di eventuali cicatrici nella regione addominale. 

La loro presenza può creare asimmetrie a livello del bacino e predisporre a un’insorgenza di pubalgia.

Essenziale, per il professionista, è documentarsi in merito alla presenza, nel passato della donna, di traumi in regioni come le caviglie.

Si tratta, infatti, di evenienze che possono portare a un disallineamento del bacino, con conseguenti quadri di sovraccarico.

Nel caso di Martina, la pubalgia riguardava la regione inguinale di destra (la parte degli adduttori che si inserisce sulla branca pubica).

Ho mostrato che, per trattare efficacemente la zona inserzionale, è necessario lavorare su tutta la muscolatura degli adduttori e in generale sull’intera catena degli arti inferiori.

Non vanno dimenticate poi la parte del bacino e quella lombare.

Una borsa dell’acqua calda nella prima zona che ho citato può dare sollievo sul momento. 

Se, comprensibilmente, si punta a ottenere dei risultati duraturi, bisogna lavorare su tutti i muscoli implicati.

Nel caso di Martina, erano presenti le conseguenze di un trauma distorsivo alla caviglia, che aveva portato a un quadro di sovraccarico nella zona del pube e in quella lombosacrale. 

Sono andato a lavorare sulla muscolatura della fascia plantare, trattandola profondamente.

Successivamente, ho articolato il piede e manipolato la zona dello scafoide.

Sono poi risalito sul polpaccio, andando a lavorare la parte articolare del ginocchio (alcune volte, infatti, è presente un quadro di limitazione del movimento in flesso estensione). 

Nella fase successiva, mi sono spostato sulla muscolatura adduttoria, che si inserisce a livello pubico.

Sono partito dalla parte distale, applicando una bella pressione e andando avanti a lavorare fino all’inserzione del pube. 

Soprattutto in un periodo sensibile come la gravidanza, l’osteopata deve essere in grado di dosare alla perfezione l’intensità. 

Dopo aver trattato bene la parte adduttoria, sono andato avanti risalendo nella zona del muscolo ileopsoas, spostandomi poi sulla parte lombare.

Un’altra tecnica osteopatica per trattare la pubalgia in gravidanza prevede una trazione a livello dell’anca, per migliorare la mobilità della suddetta articolazione e del bacino.

Nel videocorso sull’Osteo-Massage ® alla mamma che puoi trovare alla fine di questo e degli altri paragrafi, mostro chiaramente anche come deve posizionarsi la persona che tratta la mamma in modo da effettuare l’allungamento nel modo giusto.

Altri articoli dal blog