Introduzione
Posso mangiare i salumi in gravidanza? Ecco una domanda comune a tutte le donne in dolce attesa. Nulla di strano se si pensa che stiamo parlando di alimenti non solo sfiziosi, ma anche ricchi di proteine.
Quando li si chiama in causa, però, è necessario osservare alcune cautele se si è in dolce attesa. Quali di preciso? Nelle prossime righe di questo articolo, ho cercato di rispondere a questa domanda (con l’aiuto dei preziosi consigli di una nutrizionista esperta in alimentazione delle future mamme).
Per aiutarti a fruire meglio del contenuto, ho preparato un indice. Grazie ad esso, se ti interessa un determinato tema, potrai approfondirlo cliccando sul titolo del paragrafo corrispondente.
Nel caso in cui, finita la lettura, dovessi avere ancora dei dubbi, puoi venirmi a trovare su Instagram. Sarò felice di rispondere a qualsiasi tua domanda sia in direct, sia nei commenti.
Salumi in gravidanza: sono consigliati o no?
In questo video del mio canale YouTube, la Dottoressa Federica Dell’Oro sottolinea che, in gravidanza, il consumo di salumi e affettati è sconsigliato.
Al netto della sopra citata presenza di proteine, infatti, questi alimenti sono ricchi di sale, con il quale non bisogna eccedere per scongiurare il rischio di ipertensione, e contengono nitriti.
Questi conservanti, come ho avuto modo di ricordare nella guida approfondita dedicata all’alimentazione in gravidanza, aumentano il rischio di avere a che fare con diagnosi di cancro (ciò vuol dire che il consumo di salumi sarebbe da moderare in generale e non solo quando si è incinte).
A dimostrazione di quanto appena specificato, è possibile chiamare in causa i risultati di diversi studi.
Uno dei più recenti è stato pubblicato nel mese di agosto 2022 sulle pagine della rivista International Journal of Epidemiology.
Il lavoro scientifico in questione, che si è concentrato anche sugli effetti dell’apporto di nitrati, è degno di attenzione soprattutto perché ha preso in esame i dati di un campione numericamente molto ampio, ossia quello della cosiddetta coorte francese NutriNet-Santé (più di 101mila persone).
Alla luce di ciò, il consumo di salumi in gravidanza deve essere sporadico. Se quando si è fuori con amici capita di trovarsi davanti a una piadina con dell’affettato – nel prossimo paragrafo vedremo quali è consentito consumare – non ci sono problemi. Quello che conta è che non sia un’abitudine quotidiana.
Un altro motivo per cui è bene tenere sotto stretto controllo l’assunzione di salumi in gravidanza riguarda il loro essere una fonte di grassi saturi.
Questa tipologia di lipidi, associata a un aumento dei valori del colesterolo, nei nove mesi dell’attesa dovrebbe essere ancora più limitata, soprattutto se si ha la necessità di non eccedere con il peso.
Quali salumi si possono mangiare durante la dolce attesa?
Dopo la doverosa premessa delle righe precedenti è naturale, per una futura mamma, chiedersi quali siano i salumi che si possono portare in tavola durante la dolce attesa.
La risposta è semplice: tutti quelli cotti (sottoposti per la precisione a processi di cottura a temperature di almeno 60 – 70°C).
Ciò vuol dire che è possibile dare spazio al prosciutto cotto, alla mortadella, alle fettine di fesa di tacchino e a quelle di petto di pollo.
Pollice verso, invece, per prosciutto crudo, coppa, pancetta, speck, bresaola, salame: si tratta, infatti, di salumi crudi, da evitare per ridurre il rischio di contrarre tossinfezioni, cause potenziali di aborto spontaneo.
Vero è che, negli ultimi anni in particolare, diverse fonti hanno iniziato a parlare di inattivazione del Toxoplasma gondii, ossia il microrganismo responsabile della toxoplasmosi, a seguito di processi di affumicatura e stagionatura.
La mole di dati in merito, però, è molto scarsa – non è sufficiente che uno studio sia stato eseguito, bisogna considerare anche l’entità numerica del campione – motivo per cui è importante evitare, come già accennato, il consumo di salumi crudi in gravidanza.
In merito alle fettine di pollo e di tacchino, alimenti la cui assunzione, invece, non comporta il rischio di tossinfezioni, mi preme aprire una piccola parentesi. Dal momento che derivano da carni bianche, li si associa spesso all’immagine della dieta sana.
Sono non a caso tantissime le persone che, con l’esigenza di dimagrire a prescindere dalla gravidanza, li includono ogni giorno nella propria routine alimentare.
Quando li si chiama in causa, è però fondamentale fare attenzione a non esagerare con le quantità.
Anch’essi, infatti, contengono conservanti potenzialmente dannosi per la salute.

I rischi della cross-contaminazione
Se si ha intenzione di mettere in primo piano il massimo livello di sicurezza alimentare durante la dolce attesa, è cruciale, quando si comprano i salumi, fare attenzione anche al potenziale rischio di cross-contaminazione. Cosa si intende con questo termine?
Il trasferimento, non intenzionale da parte dell’operatore che presta la sua opera professionale nel corso della filiera, di microrganismi patogeni o sostanze chimiche da un alimento all’altro.
In virtù di ciò, il consiglio è quello di evitare, per estremo scrupolo, di acquistare i salumi al banco gastronomia del supermercato.
L’optimum sarebbe scegliere le vaschette già confezionate.
Anche se i salumi venduti al banco gastronomia sono cotti, non è mai totale la certezza in merito all’igienizzazione dei piani di lavoro e degli strumenti di taglio. Ecco perché, uno zelo in più, è consigliabile evitarli.
Salumi sulla pizza: come comportarsi?
Come comportarsi nelle situazioni in cui, per esempio, ci si trova in pizzeria e si ha voglia di una bella pizza con gli affettati?
In questi frangenti, premettendo sempre il fatto che è bene avvisare subito il personale del locale della gravidanza, bisogna ricordare che, quando il salume viene aggiunto all’inizio del processo di preparazione prima di mettere tutto in forno, in linea di massima non ci sono problemi.
Nelle circostanze in cui, invece, ingredienti come il salame, il crudo e la bresaola vengono aggiunti quando la pizza è già pronta per essere servita, è opportuno evitare.
Sempre per l’aspetto della cross-contaminazione specificato nel paragrafo precedente, se non si ha la certezza assoluta in merito alla correttezza delle procedure di igienizzazione degli strumenti e dei piani di lavoro, il consiglio è sempre quello di cambiare tipologia di pizza.
Nel video qui sotto, puoi scoprire dei consigli specifici della Dottoressa Federica Dell’Oro in merito al consumo della pizza in gravidanza.
Si tratta di preziosi suggerimenti sia per quanto riguarda la scelta degli ingredienti, sia per quel che concerne le frequenze settimanali di consumo di uno degli alimenti simbolo della cucina italiana.