Sciatica in gravidanza: i vantaggi dell'osteopatia
Introduzione
La sciatica in gravidanza è un’evenienza comune a molte donne in attesa di un cucciolo.
Se anche tu ne stai soffrendo, in questo articolo ti prendo per mano e ti aiuto a capire non solo cosa la provoca, ma anche come risolverla con l’osteopatia.
Come puoi vedere, il contenuto ha un indice.
Grazie ad esso, avrai la possibilità di approfondire in maniera specifica le tematiche dell’articolo.
Se ti interessa una particolare angolazione del tema trattato, dovrai semplicemente cliccare sul paragrafo dedicato e approfondire.
Nell’eventualità in cui, alla fine della lettura, dovessi avere dei dubbi, puoi venirmi a trovare quando vuoi sul mio profilo Instagram e farmi qualsiasi domanda in direct o nei commenti.
Adesso non mi resta che augurarti una buona lettura e invitarti a scoprire un tema che tocca direttamente tantissime donne che aspettano l’arrivo del loro piccolo.
Cos'è la sciatica in gravidanza
Come ho mostrato all’inizio di questo video, nel corso del quale, come in quelli dedicati al mal di schiena e alla cervicale, tratto Martina, ai tempi al nono mese di gravidanza, la sciatica è un dolore che, a partire dalla zona lombare, si irradia lungo tutto il percorso del nervo sciatico.
Quest’ultimo parte a livello lombare e si estende lungo tutto l’arto inferiore.
Il dolore può presentarsi a livello lombare, ma anche in corrispondenza dell’area glutea.
Può anche discendere lungo la parte posteriore della coscia.
Le donne che hanno la sciatica in gravidanza possono avvertire una sensazione di formicolio, di fastidio, di alterazione della sensibilità.
Questo può essere dovuto a fattori come l’ernia e la discopatia, o a un sovraccarico della regione lombare e della muscolatura posteriore della coscia (situazione frequente nelle donne in gravidanza).
Come può l’osteopatia migliorare la sciatalgia (sciatica, pur essendo il termine più usato, è un’espressione oggettivamente impropria)?
Seguimi nel prossimo paragrafo per scoprirlo.

I vantaggi dell'osteopatia contro la sciatalgia in gravidanza
In che modo l’osteopatia può andare a migliorare un quadro di sciatalgia in gravidanza?
Come faccio vedere nel video su Martina, in quel periodo agli sgoccioli della gravidanza che l’ha resa mamma del piccolo Leo, ci si concentra innanzitutto sulla mobilità articolare della colonna vertebrale lombare.
Soprattutto in un periodo come la gravidanza, caratterizzato, nel secondo e nel terzo trimestre, da uno spostamento totale del baricentro, è possibile sia lavorare sulla parte biomeccanica, sia intervenire sulla spinta che arriva dall’arto inferiore.
Da non dimenticare è altresì il focus sulla parte dorsale.
In questo modo, si migliorano le curve e si favorisce il carico sia dagli arti inferiori verso la parte lombo-sacrale, sia dal tronco verso l’appena menzionata area lombo-sacrale.

Come si svolge il trattamento osteopatico
A partire da 2:27 del video, ho invitato Martina a sdraiarsi per dare il via al trattamento osteopatico concreto.
Se la paziente riesce a rimanere per qualche minuto in posizione supina – cosa non scontata a gravidanza avanzata – si può sfruttare la situazione per iniziare a lavorare a livello dell’arto inferiore.
Se non ce la fa, si può tranquillamente effettuare il trattamento con la futura mamma sdraiata su un fianco.
A partire da 2:43 circa, ho mostrato come un osteopata lavora sul territorio di innervazione della regione posteriore della coscia e di quella glutea, salendo fino alla parte lombare.
Io parto sempre dalla fascia plantare. Come mai?
Perché, come già accennato, si lavora sui territori di innervazione, ma anche sulla catena muscolare che arriva fino alla regione lombare.
Sono partito andando a decontrarre tutta la muscolatura della fascia plantare, iniziando dal tallone e salendo fino alle dita.
Mi sono soffermato per circa dieci secondi su ogni punto.
Chi esegue il massaggio a casa – nel videocorso che puoi trovare alla fine di questo paragrafo, spiego tutti gli step – può utilizzare un po’ di crema per scivolare meglio. In alternativa, si può anche mantenere la pressione punto per punto.
Dopo aver trattato il piede, mi sono spostato sul polpaccio, considerando sia la parte laterale, sia quella anteriore.
Su Martina – ricordo che il trattamento esemplificativo è stato studiato sullo schema del suo corpo – sono andato a lavorare bene sul polpaccio con lo scopo di migliorare la catena posteriore di tutto l’arto inferiore.
Se il dolore della sciatica in gravidanza è acuto, la futura mamma non deve pensare che possa sparire di punto in bianco.
Per ottenere risultati efficaci, sono necessarie diverse sedute.
In gravidanza, ci si può aiutare mantenendo una postura adeguata ed evitando di stare troppo sedute – essenziale è anche non stare troppo flesse – senza dimenticare l’importanza di muoversi e di sedersi bene.
Cruciale è anche la qualità del materasso – che dovrebbe avere caratteristiche di ergonomia e non essere troppo rigido – e fare attenzione a non sollevare pesi. Nodale è altresì evitare movimenti bruschi che vadano a sovraccaricare la parte lombare.
Nel video, ho mostrato i dettagli del trattamento della muscolatura posteriore, in particolare quella che dall’area ischiatica arriva fino alla parte del ginocchio.
Si tratta di uno step fondamentale – imprescindibile, oserei aggiungere – nei casi di sciatica.
La pressione deve essere intensa – nel caso di Martina, è necessario anche perché parliamo di una donna muscolosa – in quanto un trattamento superficiale rischia di non essere efficace.
A 5:50 circa, ho invitato Martina a girarsi sul fianco per dare il via al trattamento a livello della parte glutea.
Mi sono posizionato bene con le mani attorno all’anca, andando a massaggiare dalla parte anteriore verso quella posteriore.
Quando eseguo trattamenti contro la sciatica, utilizzo quattro dita, aumentando la pressione con la seconda mano.
In quadri caratterizzati da contratture importanti, le donne che si sottopongono a trattamenti osteopatici per la sciatica in gravidanza potrebbero rimanere leggermente indolenzite sia il giorno stesso della seduta, sia quello successivo.
Non bisogna preoccuparsi: grazie alla capacità del terapeuta di bilanciare bene l’intensità, in 1 – 2 giorni si torna meglio di prima.
Gradualmente ho poi iniziato a spostarmi lateralmente, lavorando sulla parte del muscolo piriforme e sulla zona glutea posteriore.
Ho costeggiato la zona sacrale, andando a trattare bene la parte sacro-iliaca.
Alcune volte, in questa zona è possibile apprezzare un dolore puntiforme, che irradia poi all’arto inferiore.
Bisogna quindi lavorare bene sia la muscolatura sacrale, sia quella peri-sacrale, oltre a quella glutea.
Ricordo ancora una volta l’importanza, per l’osteopata, di essere intenso.
Nel momento in cui a eseguire il massaggio sulla donna incinta è il compagno e futuro papà, è opportuno che venga prestata un po’ più di attenzione.
Dalla zona sopra citata, mi sono concentrato sulla parte glutea alta, spostandomi poi sulla parte lombare.
Se la paziente non ha particolare dolore, si può partire subito da quest’ultima.
In caso contrario, prima di concentrarsi sull’area lombare l’osteopata dovrebbe trattare la parte dorsale.
A titolo esemplificativo, mi sono spostato sulla parte paravertebrale, la cui muscolatura è un cordone unico che discende fino alla parte lombare.
Discendendo fino a quest’ultima, mi sono soffermato sulle zone che, in Martina, apparivano contratte.
Su di lei, ho aggiunto una chicca: a partire da 8:48, ho trattato la parte anteriore, ossia il pancione, in relazione alla zona posteriore lombare.
Per quanto riguarda la prima, ho eseguito una leggera trazione anteriore della pancia.
Nel mentre, ho valutato la risposta in area lombare per vedere i risultati di rilascio a seguito della mobilizzazione della parte anteriore.
Spesso, quando la pancia della futura mamma è particolarmente grande per l’approssimarsi del parto, ci sono delle nette correlazioni.
Ho concluso il trattamento andando a rifinire la parte lombare – mi sono concentrato sulla parte laterale del fianco, per spostarmi poi su quella mediana – in quanto zona particolarmente sovraccarica.