Svezzamento a 5 mesi: è troppo presto?
Introduzione
Se hai un bimbo di pochi mesi o sei incinta, ti stai informando sulla sua alimentazione e hai dubbi sulla possibilità di iniziare lo svezzamento a 5 mesi, questo articolo fa per te.
L’ho scritto, correndandolo con un indice per darti modo di approfondire bene le sfaccettature che ti interessano, con lo scopo di chiarire le curiosità e le incertezze dei genitori che mi contattano in consulenza.
Per avere una visione completa in merito all’alimentazione complementare a richiesta, ti invito a scoprire il videocorso, da me curato personalmente, “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress” (lo puoi trovare alla fine del paragrafo).
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Svezzamento a 5 mesi compiuti: sì o no?
Come ricordo in questo video, iniziare lo svezzamento a 5 mesi non è una scelta corretta.
A quell’età, infatti, è difficile che il neonato padroneggi i requisiti necessari all’approccio ad alimenti che non siano il latte materno o formulato.
Non dimentichiamoci che sono quattro e che, per partire con l’introduzione di alimenti solidi, devono essere presenti tutti.
Quali sono di preciso? Facciamo un piccolo ripasso:
- Perdita del riflesso di estrusione, ossia del riflesso innato che consente al piccolo di ostacolare, attraverso un movimento della lingua, l’ingresso in bocca di tutto quello che non è liquido. Si può comprendere chiaramente se il proprio bimbo lo ha perso? La risposta è affermativa. Basta avvicinare alle labbra del neonato un cucchiaino da caffè vuoto. Se la risposta a questo stimolo è tirare fuori la lingua, vuol dire che il riflesso è ancora presente;
- mantenimento della posizione seduta senza ingobbirsi eccessivamente e con l’ausilio di supporti ridotti (il seggiolone è più che sufficiente e qui ti do qualche dritta per la scelta);
- padronanza della presa palmare;
- interesse, frutto di mera imitazione e non di fame, per il cibo consumato da mamma e papà.
Attenzione: se si ha l’abitudine, fin dalle prime settimane di vita, di tenere il piccolo vicino mentre si cucina, è molto probabile che, a 5 mesi, l’ultimo requisito sia già presente.
Servono, però, anche gli altri tre.
La maturazione completa avviene generalmente attorno ai 6 mesi.
Per alcuni bimbi si può parlare di 5 mesi e mezzo.
Per altri, di un range che può andare dai 6,5 ai 7.

Svezzamento al quinto mese: le alternative giuste da scegliere
Dopo aver chiarito che lo svezzamento a 5 mesi non è la strada giusta da seguire, è naturale chiedersi come sia giusto muoversi.
L’alternativa migliore da considerare è l’ascolto del proprio bimbo.
Ogni neonato è unico e i requisiti sopra citati possono maturare sì in anticipo rispetto ai 6 mesi, ma massimo di un paio di settimane.
Un mese prima rispetto allo standard è davvero troppo.
A questo punto, è arrivato il momento di soffermarsi su una parentesi fondamentale, ossia quella dei rischi a cui si espone il bimbo iniziando lo svezzamento a 5 mesi.
I rischi dello svezzamento a 5 mesi
I rischi dello svezzamento a 5 mesi sono diversi e da non trascurare.
Il primo riguarda il fatto che, con la scelta di anticipare l’introduzione di cibi diversi dal latte prima della maturazione dei requisiti menzionati all’inizio, ci si trova davanti a un quadro di immaturità del sistema digestivo del piccolo.
Inoltre, dal momento che il neonato non è ancora capace di gestirli, non si possono proporre cibi solidi.
Introducendo consistenze affini a quella dell’omogeneizzato, non si dà modo alla masticazione di partire con il piede giusto.
Il risultato? Una maggior fatica nel dare il via nel migliore dei modi a un processo che, per esempio, ricopre un ruolo nodale ai fini dello sviluppo del linguaggio.
I rischi da conoscere derivanti dall’iniziare lo svezzamento a 5 mesi non finiscono qui!
Non bisogna per esempio dimenticare che, con consistenze non solide, il bambino di fatto succhia.
Questo non gli consente di entrare in pieno contatto con il suo senso di sazietà, esponendolo a una maggior probabilità di ipernutrizione.
Ricordo infine che, con le consistenze molli e omogenee, si vengono a perdere la completezza e la ricchezza sensoriale tipiche dell’autosvezzamento, un percorso di scoperta, anche tattile oltre che gustativa, che vede il piccolo nel ruolo di protagonista assoluto.
