Come e quando iniziare lo svezzamento
Introduzione
Svezzamento: come e quando iniziare? Queste domande sono al centro dei dubbi di tutte le neo mamme.
Per aiutarti a capire qualcosa di più sul tema, ho preparato la guida che puoi leggere nelle prossime righe.
Come vedi, ho inserito anche un indice. L’ho incluso per darti modo, se vorrai, di approfondire le varie sfaccettature del tema semplicemente cliccando sui titoli dei vari paragrafi.
In ogni caso, per ulteriori informazioni puoi anche dare un’occhiata sul profilo Instagram @drisilva.com_official.
Se vuoi, puoi andare più a fondo anche grazie al videocorso verticale che ho curato e al quale puoi accedere alla fine del paragrafo.
Cos'è lo svezzamento?
Prima di entrare nel vivo delle risposte alle domande di chi si chiede come e quando iniziare lo svezzamento, è il caso di fare il punto della situazione sul significato del termine.
Con questa parola, si intende il graduale passaggio a un’alimentazione composta esclusivamente da latte materno o formula a una che, invece, è caratterizzata dall’apporto di altri alimenti, sia liquidi, sia solidi.
Lo svezzamento – si tratta di un termine generico e più avanti vedremo perché – non deve essere inteso, cosa che ricordo anche nel videocorso, come sinonimo di slattamento. L’obiettivo, infatti, non è riempire il bambino con altri cibi per eliminare una poppata.
Il latte, infatti, viene affiancato da altri alimenti in quello che è un percorso lungo e prezioso per la crescita del bambino sotto tutti i punti di vista, non solo quello prettamente nutrizionale.
Il termine più appropriato per definire questo meraviglioso percorso di apprendimento è “alimentazione complementare”.
L’aggettivo è legato al fatto che i cibi solidi, a partire dai sei mesi di vita in poi, andranno ad affiancarsi gradualmente al latte, che deve rimanere l’alimento principale per il piccolo.
La scienza, infatti, ha più volte dimostrato come il latte materno o formulato rappresenti un alimento sicuro e salutare per il bambino anche dopo i 2 anni.

Quando si inizia lo svezzamento?
Dopo aver chiarito cosa si intende per svezzamento, qual è il termine migliore da utilizzare per definire il percorso, possiamo entrare nel dettaglio dei consigli su quando iniziare.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), raccomanda di proseguire con l’allattamento esclusivo, al seno o con formula, per i primi sei mesi di vita.
Fondamentale, però, è tenere presente che i fattori grazie ai quali si può dire che il neonato è pronto per iniziare lo svezzamento possono presentarsi in tempi diversi.
Si tratta di tappe evolutive e ogni bambino è un mondo a sé.
Si può fare riferimento a un’età massima, questo è indubbio. Al netto di questo aspetto è necessario, ribadisco, tenere conto dell’unicità del singolo percorso di crescita.
Si può, in generale, affermare che la risposta alla domanda “Quando iniziare lo svezzamento?” chiama in causa il momento in cui il neonato matura diversi requisiti.
Quali sono?
- Capacità di controllare il tronco e la testa tale da riuscire a stare seduto con l’aiuto di pochi supporti (non è necessario che il piccolo sia in grado di gestire la posizione seduta in maniera completamente autonoma);
- scomparsa del riflesso di estrusione (il riflesso che porta a tirare fuori la lingua per dare il via al processo di suzione);
- padronanza della presa palmare;
- palese interesse verso il cibo che vede consumare dai care giver adulti.
L’ultimo punto ha un ruolo nodale. In mancanza di interesse, infatti, anche se sono presenti gli altri requisiti l’inizio dell’alimentazione complementare si rivelerebbe infruttuoso e si finirebbe solo per forzare il bambino.
In linea di massima, i requisiti vengono raggiunti attorno ai 6 mesi.
Non bisogna considerare questo spartiacque come netto e univoco.
Ci sono bambini che li raggiungono qualche settimana prima e altri che, invece, li palesano qualche settimana dopo.
La soggettività del percorso, ribadisco, deve essere considerata un faro.

L'importanza della condivisione della tavola
Quando ci si interroga su come e quando iniziare lo svezzamento, è fondamentale soffermarsi sulla condivisione della tavola.
Il bambino, fin da quando è in grado di stare seduto sul seggiolone, dovrebbe partecipare a quegli importantissimi momenti di convivialità che sono i pasti in famiglia (possibilmente anche alla loro preparazione).
Man mano che si permette al cucciolo di viverli, è possibile notare un crescente interesse verso il cibo.
Attenzione: quando si chiama in causa questo momento, si tende, di frequente, a pensare che la manifestazione di interesse sia una conseguenza della fame. Non è vero!
Il bimbo che si appresta a muovere i suoi primi passi nel mondo dello svezzamento, si interessa al cibo semplicemente perché imita i genitori.
Quando ci si accorge che, nel corso dei pasti di famiglia, il cucciolo inizia ad agitare le mani e a protendersi verso i piatti con il cibo consumato dagli adulti, vuol dire che è arrivato il momento di iniziare lo svezzamento (ovviamente devono essere presenti anche gli altri due requisiti elencati nel paragrafo precedente).
Non appena il cucciolo inizierà ad approcciarsi concretamente ai cibi e a esplorare il loro sapore, potrà, in alcuni casi, riconoscerlo.
Come spiegato molto bene in questo articolo, il feto sente, grazie al liquido amniotico, i gusti dei cibi che la mamma mangia durante la gravidanza.
Si può iniziare con lo svezzamento a 4 - 5 mesi?
Molti genitori che mi contattano in consulenza, mi chiedono se sia possibile iniziare lo svezzamento a 4 – 5 mesi con l’omogeneizzato di frutta.
Come specifico all’inizio di questo video, la risposta è negativa.
Come mai? Per due motivi. Il primo riguarda il fatto che, quando ha 4 – 5 mesi, il piccolo non ha ancora le competenze sufficienti per iniziare l’alimentazione complementare, che sia con l’omogeneizzato o con altri alimenti.
Una volta che il piccolo avrà maturato le competenze giuste – come sopra accennato, ciò si verifica attorno ai 6 mesi – il suo essere pronto a gestire alimenti diversi dal latte materno o formulato implica la capacità di approcciarsi alla frutta, ma anche alla verdura e ai cereali integrali.
Non si deve quindi iniziare per forza con la frutta.
L’omogeneizzato andrebbe evitato in quanto, quando ha circa 6 mesi, il piccolo riesce a gestire consistenze diverse.
Tornando con il focus sulla frutta, faccio presente che non si deve cominciare, come si faceva in passato, obbligatoriamente con la mela e con la pera.
La cosa giusta da fare è iniziare con la frutta di stagione. Se il piccolo raggiunge le competenze per iniziare lo svezzamento in estate, si può partire, per esempio, con le albicocche.
La si può schiacciare con la forchetta, oppure optare per i tagli sicuri, spiegati con dovizia di particolari nel videocorso.
Giusto per fare alcuni esempi – che mostro nel video linkato nelle righe precedenti – cito i frutti di bosco, che possono essere tagliati a striscioline.
Il mandarino e l’arancia, invece, vanno pelati a vivo e possono essere offerti in spicchi, ma anche in forma rotonda.
Non bisogna preoccuparsi per quanto riguarda quest’ultima raccomandazione: il frutto, infatti, verrà ciucciato e sminuzzato dal piccolo.
Come svezzare un neonato: l'equilibrio tra latte e alimentazione complementare
Dopo aver esaminato le indicazioni relative all’età per partire con lo svezzamento e a come (non) iniziare, è arrivato il momento di parlare di un altro argomento di grande importanza.
Quale di preciso? La coesistenza, che deve essere all’insegna dell’equilibrio, tra latte e alimentazione complementare.
Mai come in questo caso è essenziale fidarsi di quella capacità meravigliosa, tipica dei neonati, di autoregolarsi.
Nel corso delle settimane, la quantità di latte richiesta dal cucciolo andrà, per forza di cose, a modificarsi.
L’autoregolazione deve essere il principale riferimento anche per quanto riguarda i cibi solidi.
Spetta infatti al genitore confrontare la quantità di cibo che viene effettivamente consumata dal neonato con quella che, all’inizio del pasto, gli viene proposta in tavola.
Se ci si accorge, giorno dopo giorno, che il piccolo lascia qualcosa nel piatto, non bisogna fare altro che diminuire le porzioni.
Inizio dello svezzamento: i dentini sono necessari?
Nel momento in cui ci si fa domande su quando iniziare lo svezzamento e come è normale, soprattutto se si è alla prima esperienza con la gestione dell’alimentazione complementare di un neonato, chiedersi se i dentini siano un requisito necessario.
Numerosi genitori mi contattano preoccupati che il loro bimbo possa avere difficoltà nell’approcciarsi a cibi solidi perché, attorno ai 6 mesi, ha maturato tutti i requisiti sopra citati ma non ha ancora i denti.
No problem! I neonati, infatti, sono perfettamente capaci di masticare con le gengive molari.
A tal proposito, è bene ricordare che i primi dentini che spuntano sono gli incisivi inferiori, che non servono a triturare il cibo.
I molari, che invece permettono di farlo, finiscono di uscire attorno ai 16 – 19 mesi.
A questa età, il piccolo ha già iniziato lo svezzamento da quasi un anno.
Non bisogna quindi aver timore di proporre i cibi solidi.
Quello che conta è scegliere le consistenze giuste.
Quella della zucchina lessa o della banana schiacciata va benissimo. Lo stesso non si può dire, per esempio, per la carota cruda.
