Svezzamento del neonato prematuro: quando iniziare?
Introduzione
Quello dello svezzamento del neonato prematuro è un tema che, comprensibilmente, sta a cuore a tantissimi dei neo genitori che mi contattano per consulenze.
Se ti interessa saperne di più sull’argomento, questo articolo, prima del quale puoi trovare un indice per approfondire, con un semplice click, le sfaccettature che più destano la tua curiosità, è perfetto per te!
Per un ulteriore approfondimento sul mondo dell’alimentazione complementare a richiesta, puoi scoprire anche il mio videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, disponibile alla fine del paragrafo.
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Svezzamento nei prematuri: quando è meglio cominciare?
Nel nostro Paese, come dimostrato dai dati della Società Italiana di Neonatologia risalenti al mese di agosto dello scorso anno, circa il 6,9% dei bimbi nascono prematuri, ossia prima della trentasettesima settimana di gestazione.
La nascita di un neonato prematuro può essere, per i neo genitori, foriera di diverse preoccupazioni e domande.
Normalissimo, per esempio, è interrogarsi in merito al momento giusto per introdurre, nella dieta del piccolo, alimenti diversi dal latte di mamma o dalla formula.
Come rammento in questo video, valgono le medesime raccomandazioni che vengono chiamate in causa per i bimbi nati a termine di gravidanza.
Spetta ai genitori osservare il proprio bimbo e accertarsi che abbia maturato i requisiti che ho elencato in questo articolo, ossia la perdita del riflesso estrusivo, la capacità di stare seduto senza ingobbirsi con l’aiuto di supporti minimi, la padronanza della prensione palmare e il chiaro interesse per i cibi consumati dagli adulti.
Un’attenzione specifica va dedicata all’età.
Necessario è capire se basarsi su quella anagrafica, ossia il giorno effettivo di nascita, o su quella corretta, basandosi, quindi, sulla data presunta del parto.
Ai neo genitori che mi chiedono consigli su quando iniziare lo svezzamento del neonato prematuro, consiglio di partire quando il cucciolo ha circa 8 mesi.
Secondo gli esperti che hanno compilato il Joint Consensus Statement on Weaning Preterm Infants, uno dei documenti scientifici di maggiore importanza al mondo sullo svezzamento dei neonati nati pretermine, il rispetto del sopra menzionato riferimento temporale è cruciale in quanto permette di non perdere il periodo sensibile per l’accettazione, da parte del cucciolo, dei cibi solidi.
Inoltre, consente di garantire al cucciolo lo sviluppo di capacità di gestione degli alimenti adeguate.
Degno di un cenno è il caso, estremamente raro, dei bimbi pretermine venuti al mondo prima della ventiquattresima settimana di gravidanza.
Come ricordato nell’ambito di questo audit del 2018 curato da alcuni pediatri italiani di assistenza primaria, nei frangenti appena citati bisogna considerare non solo l’età cronologica, ma anche lo sviluppo neurologico del cucciolo.

Svezzamento neonato prematuro: le accortezze da adottare
Dopo aver chiarito quando è meglio iniziare lo svezzamento del neonato prematuro, è il caso di vedere se è necessario adottare particolari accortezze.
Quando si ha a che fare con lo svezzamento dei bimbi nati pretermine, bisogna tenere conto del fatto che, in alcuni casi, ci può essere un quadro di immaturità metabolica e con una riserva di nutrienti non sempre sufficiente a garantire una crescita adeguata.
Ecco perché può palesarsi la necessità dell’apporto di più calorie attraverso l’alimentazione.
Rimane in ogni caso basilare rispettare i tempi del proprio bambino e, come specificato più volte sia nel videocorso, sia in articoli come quello che puoi leggere qui sui benefici dell’autosvezzamento, proporgli pasti caratterizzati da un equilibrio adeguato fra i vari nutrienti, non dimenticando aspetti come la stagionalità della frutta e degli ortaggi.
Il latte materno o formulato non va ovviamente messo in secondo piano in quanto, come previsto dalle linee guida internazionali, per il primo anno deve rappresentare la principale fonte di nutrimento per il piccolo.
Neonato prematuro: è necessaria l'assunzione di integratori?
Per completare ulteriormente il quadro relativo allo svezzamento del neonato prematuro è necessario comprendere, oltre alle indicazioni sui tempi, le indicazioni da seguire in merito al ricorso a integratori.
Ad oggi, non esistono evidenze scientifiche che parlano della necessità di utilizzare integratori nella dieta del bambino prematuro.
Quello che fa la differenza, ribadisco, è la proposta di una dieta bilanciata, contraddistinta dalla presenza di tutti i macronutrienti (rimando all’articolo che puoi leggere qui per l’elenco dei cibi che, invece, sono vietati in autosvezzamento).
Qualora il bambino nato pretermine con alle spalle un ricovero in terapia intensiva neonatale (TIN) dovesse mangiare poco o palesare fatica nell’assunzione del cibo – evenienza non rara in quanto le procedure mediche che richiedono il ricorso al sondino naso-gastrico possono avere un impatto sia sulla deglutizione, sia sul senso di fame – è importante non preoccuparsi, in quanto non è automatico che ci sia, alla base, una problematica neuromotoria.
Fondamentale, in questi frangenti, è consultare il pediatra e un nutrizionista specializzato in alimentazione infantile.
