Come si sviluppa il gusto nel feto e nel neonato
Introduzione
Il bambino nella pancia sente il sapore dei cibi consumati dalla mamma? Che ruolo ha l’allattamento al seno ai fini dello sviluppo di un rapporto equilibrato e sereno con il cibo durante gli anni dell’infanzia? Le donne in dolce attesa si fanno spesso queste domande quando riflettono su quello che vive il loro cucciolo durante la fase intrauterina della sua esistenza.
Se ti stai ponendo questi interrogativi, nelle prossime righe di questo articolo potrai trovare la risposta (e diversi consigli di una nutrizionista esperta). Come sempre, per fare in modo che la tua lettura sia facile e gradevole, ho preparato un indice. Se ti interessa un paragrafo specifico, devi solo cliccarci su per approfondire.
Nel caso in cui, una volta finita la lettura, dovessi avere ancora qualche dubbio, ti invito a venirmi a trovare su Instagram, social dove pubblico ogni giorno tantissimi contenuti legati all’osteopatia pediatrica e neonatale. Qualsiasi domanda tu abbia, scrivimi pure sia nei commenti, sia in direct. Sarò felice di risponderti!
Il feto sente i sapori dei cibi che mangia la mamma durante la gravidanza?
La risposta alla domanda che dà il titolo al paragrafo che stai leggendo è affermativa.
Come ricordato in questo video dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, biologa nutrizionista, questo è il motivo per cui, in gravidanza, se i cibi sono sani e sicuri – rimando alla guida completa sull’alimentazione durante i nove mesi dell’attesa per maggiori specifiche in merito – si può mangiare di tutto.
Anzi, variare quello che si porta in tavola è altamente consigliato proprio per il motivo sopra menzionato.
Un’alimentazione varia consente infatti al cucciolo di sperimentare tantissimi sapori. All’inizio lo farà attraverso l’ingestione del liquido amniotico. Questo straordinario processo continuerà poi con l’allattamento al seno.
I percorsi di scoperta dei gusti in gravidanza e in allattamento sono momenti che, come rivelato dalla scienza in questi anni, sembrerebbero fondamentali per gettare le basi di quello che sarà l’approccio all’alimentazione negli anni dell’infanzia e oltre.
Entrando nel vivo di quest’ultimo aspetto, ricordo che la varietà alimentare in gravidanza e nel corso dell’eventuale allattamento al seno permette, quando poi il bambino viene svezzato, di proporgli molti più cibi. Il motivo è molto semplice: per via dei fattori ricordati nel paragrafo precedente, è come se si fosse già allenato alla scoperta di sapori anche molto diversi tra loro.

Come si sviluppa il gusto nel feto
La vita intrauterina è qualcosa di meraviglioso e altrettanto misterioso. Nel corso dei decenni, però, è stato possibile scoprire molti dettagli interessanti in merito.
Tra questi, rientra la consapevolezza del fatto che, già dal secondo trimestre di gravidanza, iniziano a funzionare le papille e gli altri organi responsabili della percezione del gusto da parte del cucciolo in crescita.
Facendo un ulteriore passo indietro nelle settimane di gravidanza, è bene essere consapevoli del fatto che, già alla nona settimana circa, l’embrione può essere definito come multi ricettivo.
Nel lasso di tempo che intercorre tra l’ottava e la tredicesima settimana di gestazione, si può apprezzare la comparsa dei cosiddetti bottoni gustativi, organuli del gusto localizzati in corrispondenza dell’epitelio pavimentoso che ricopre le primissime porzioni dei canali alimentari.
Quando la gravidanza è alla dodicesima settimana, il feto inizia a deglutire. In questo periodo, i composti aromatici presenti nel liquido amniotico sono in grado di stimolare i sopra menzionati recettori del gusto. Lo step successivo di questo processo prevede la trasmissione al tronco cerebrale. Ciò comporta, di riflesso, l’induzione della salivazione e del movimento della lingua.
Più o meno attorno alla trentesima settimana di gestazione si concretizza un’altra meraviglia.
Quale di preciso? Lo sviluppo dei centri nervosi grazie ai quali il feto è in grado di riconoscere i cambiamenti riguardanti i sapori con cui entra in contatto tramite liquido amniotico.
In poche parole, dall’età gestazionale sopra menzionata il feto è in grado di apprezzare a pieno la varietà di gusti che caratterizza la routine alimentare della futura mamma.
Proseguendo con l’elenco delle tappe della formazione del gusto nel feto rammento che, circa alla trentaduesima settimana di gravidanza, il cucciolo che sta crescendo nell’utero della mamma è in grado di reagire ai cambiamenti di sapore del liquido amniotico.
Il suo modo per far capire che ha percepito questi mutamenti prevede la modifica della frequenza di deglutizione.
A seconda che il sapore che gli arriva sia dolce o amaro, il piccolo la incrementa o la diminuisce.
Per amor di precisione, ricordo che le sostanze sapide che caratterizzano la composizione del liquido amniotico – nell’elenco è possibile includere il glucosio ma anche l’urea, il composto chimico che consente all’organismo umano di liberarsi dell’azoto in eccesso – sono particolarmente importanti ai fini dello sviluppo del sistema gustativo non solo del feto, ma anche del bambino.
Lo sviluppo del gusto nel neonato allattato al seno
Cosa si può dire, invece, in merito allo sviluppo del gusto nel cucciolo che viene allattato al seno? Che si tratta di un percorso tanto emozionante per la diade mamma – bambino quanto fondamentale per il rapporto del piccolo con il cibo.
Per capire meglio come funziona il tutto, è bene sottolineare che, dal punto di vista dei sapori, il latte materno è tutto il contrario della staticità.
Il suo gusto cambia infatti sulla base di un fattore su tutti, ossia l’alimentazione della mamma – per le dritte riguardanti la dieta sana in allattamento, ti invito a guardare il videocorso specifico della Dottoressa Federica Dell’Oro, dove potrai trovare anche diversi menù – e permette di concretizzare, come evidenziato all’inizio dell’articolo, un’esposizione cruciale per il futuro rapporto con il cibo del bambino.
La risposta che, in età infantile e anche negli anni successivi il cucciolo avrà, dipende molto anche dalla durata delle sopra citate esposizioni. Questo è un motivo in più – non mi stancherò mai di ribadirlo – per cui la donna dovrebbe iniziare, fin dalle prime settimane di gravidanza, a seguire un’alimentazione salutare, varia ed equilibrata.
Grazie a questa preziosa base, il percorso dell’autosvezzamento, durante il quale è presente una fisiologica fase di selettività, scientificamente nota come neofobia alimentare e particolarmente accentuata nel periodo tra i 18 e i 24 mesi, risulterà molto più agevole.
