Tiralatte: guida completa dell’ostetrica

Come preparare il brodo vegetale per lo svezzamento

  1. INTRODUZIONE
  2. TIRALATTE: STORIA E TIPOLOGIE
  3. A COSA NON SERVE IL TIRALATTE
  4. A COSA SERVE DAVVERO IL TIRALATTE
  5. AUMENTARE IL LATTE CON IL TIRALATTE: COME FARE?
  6. TIRALATTE: COME SCEGLIERLO?
  7. PER QUANTO TEMPO USARE IL TIRALATTE
  8. PRATICHE IGIENICHE

Introduzione

Come usare il tiralatte? Quando farvi ricorso? A cosa serve (davvero) il tiralatte?: questi sono alcuni degli interrogativi che affollano i pensieri delle donne che, gravide o neo mamme, decidono di allattare al seno.

Sul tiralatte si dice tanto e, in alcuni casi, i contenuti messi in primo piano non sono corretti.

Per aiutarti a capire qualcosa di più su questo importante argomento, ho preparato la guida che puoi leggere nelle prossime righe. 

È preceduta da un indice per permetterti, se vorrai, di approfondire nel dettaglio gli aspetti che ti interessano con un click sui vari paragrafi.

Se vuoi una visione più completa – e consigli pratici puntuali – sull’allattamento al seno, ti invito a scoprire, tramite il pulsante alla fine del paragrafo, il mio videocorso “Al Profumo di Latte”.

Per contenuti quotidiani utili al benessere e allo sviluppo del tuo piccolo, invece, puoi fare un salto sul profilo Instagram @drsilva.com_official.

Tiralatte: storia e tipologie

Dispositivo che permette di estrarre il latte dal seno della donna in allattamento, ha iniziato la sua storia nel lontano 1864, a seguito del deposito del brevetto da parte di O. H. Needham.

Altra tappa cruciale del suo percorso è stato il 1921, anno in cui l’ingegnere e maestro di scacchi di fama internazionale Edward Lasker depositò il brevetto del primo tiralatte meccanico della storia.

Chiarita questa piccola premessa storica, possiamo entrare nel vivo delle tipologie. 

Quelle macro sono due: manuale ed elettrico.

Nel secondo caso, è possibile scegliere tra;

  • Modelli con batteria;
  • modelli che si possono collegare alla rete elettrica.

Un’altra distinzione da conoscere è quella fra tiralatte singolo e doppio.

Tornando con il focus sul tiralatte manuale, ricordo l’esistenza di due alternative.

La prima è il modello a siringa.

La seconda, invece, quello a pompa.

Nel primo caso, il tiralatte ha una forma che ricorda quella di una siringa (ovviamente è più grande).

All’estremità si trova la coppetta, che va posizionata sul capezzolo.

Avviare il processo di risucchio è semplicissimo: basta prendere la parte mobile e, proprio come si fa quando si utilizza una siringa, tirarla verso l’esterno fino a quando non si notano le prime gocce di latte.

Il tiralatte a pompa, ossia la tipologia più comune tra i modelli manuali, prevede, una volta sistemata la coppa sul capezzolo, di azionare la leva situata sul sistema di tiraggio.

In tutte le tipologie, è possibile trovare il contenitore di raccolta.

Nei modelli manuali oggi in commercio, è presente un sistema di regolazione del vuoto. 

La velocità è regolabile solo tramite il movimento della mano.

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A cosa non serve il tiralatte

Per un utilizzo consapevole del tiralatte, è nodale capire a cosa non serve questo strumento.

Come specifico in questo video – e nelle consulenze che effettuo sia dal vivo, sia online – non bisogna usarlo per vedere la quantità di latte che c’è nel seno.

Mi preme sottolineare l’esistenza di tantissime mamme che, pur avendo il seno pieno ed estremamente turgido,quando attaccano il tiralatte non vedono uscire niente.

A cosa serve, quindi, il tiralatte?

Lo scopriamo assieme nel prossimo paragrafo.

A cosa serve davvero il tiralatte

A cosa serve il tiralatte?

L’utilizzo di questo strumento può rivelarsi prezioso nelle situazioni in cui, tra la mamma e il neonato, c’è una separazione.

Ciò avviene, per esempio, quando è necessario un ricovero in terapia intensiva neonatale o quando il cucciolo nasce prematuro.

Nei momenti in cui si presentano queste evenienze, il ricorso al tiralatte da parte della neo mamma consente alla produzione di latte di partire in maniera adeguata.

Il tiralatte può servire anche quando si presentano criticità come le ragadi al seno.

In queste circostanze, possono rivelarsi necessari dei giorni di stop.

Non è ovviamente possibile non drenare e non stimolare il seno.

Per questi scopi, il tiralatte rappresenta un alleato portentoso.

Aumentare il latte con il tiralatte: come fare?

Nei casi in cui si ha a che fare con un quadro di ipogalattia – espressione tecnica che indica la scarsa produzione di latte dal seno – prima di procedere all’introduzione della formula, che deve essere considerata l’ultima ratio, è opportuno contattare professionisti specializzati.

In caso di piccole contratture a livello mandibolare, evenienze che possono essere causate da fattori come il mal posizionamento in utero, è consigliabile rivolgersi a un osteopata per una valutazione della suzione e una successiva correzione delle suddette problematiche.

Se possibile, è il caso di chiamare anche un’ostetrica.

La professionista in questione, se lo ritiene opportuno, può raccomandare il ricorso al tiralatte.

Come bisogna usarlo per aumentare la produzione di latte al seno?

Il primo aspetto sul quale soffermarsi è quello del tempo.

L’optimum prevede il fatto di utilizzare il tiralatte per una ventina di minuti e a velocità crescente.

Se si usa un modello elettrico, bisogna partire dal livello di velocità più basso, andando man mano ad aumentare.

Qualora si dovesse sentire dolore, la velocità va ridotta subito.

In questo modo, si scongiura il rischio che, con l’utilizzo del tiralatte, si rovini il delicato tessuto del seno.

Fino ad ora, abbiamo parlato di come utilizzare il tiralatte per aumentare la produzione di latte al seno.

Attenzione: pure il dove conta tantissimo!

Per massimizzare la risposta endocrina e, in particolare, la sintesi dell’ormone ossitocina, è cruciale scegliere un luogo intimo, appartato, dove sia possibile tenere vicino il proprio cucciolo.

Quando quest’ultima cosa non è possibile, è bene avere accanto a sé un oggetto che gli appartiene (p.e. una delle tutine).

In poche parole, per utilizzare con successo il tiralatte è il caso di ricreare la stessa atmosfera che si vive durante le poppate..

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Tiralatte: come sceglierlo?

A questo punto, il tuo principale interrogativo sarà relativo a come scegliere il tiralatte.

La risposta è una e solo una: tutto dipende dall’utilizzo che se ne fa.

Per un giro dal parrucchiere ogni tanto, durante il quale non si vuole lasciare il proprio cucciolo sprovvisto di una bella scorta di latte di mamma, il modello manuale è perfetto.

Se, invece, l’utilizzo è quotidiano, è meglio, per motivi di comodità, orientarsi verso quello elettrico.

In tutti i casi, è importante accertarsi che la coppa sia di una misura giusta per il seno. 

Premettendo il fatto che non ha mai senso acquistare il tiralatte prima del tempo in quanto il seno va incontro a cambiamenti, il focus sulla misura è nodale in quanto permette di evitare che passi aria.

Se, utilizzando il tiralatte, ci si dovesse accorgere che il tessuto dell’areola viene attirato troppo velocemente nel condotto della coppa, vuol dire che quest’ultima è troppo grande per il seno.

A prescindere dal modello di tiralatte, è essenziale che tutta la coppa aderisca alla perfezione al seno.

Solo così, è possibile creare quel vuoto fondamentale per il funzionamento del tiralatte.

Per quanto tempo usare il tiralatte?

Come ho avuto modo di accennare nei paragrafi precedenti, il tiralatte, inizialmente, andrebbe usato per 15 – 20 minuti a singola sessione.

Si parte così e si vede come il seno reagisce, sempre senza esagerare onde evitare il rischio di mastite.

Quando si utilizza, non bisogna focalizzarsi in maniera maniacale sulla quantità.

Per quanto riguarda, invece, il momento perfetto della giornata per usare il tiralatte, il consiglio che tendo a dare alle mamme che mi contattano è quello di testarne diversi.

In alcune mamme, la quantità di latte tirato è più consistente dopo la poppata.

Altre, invece, si trovano meglio facendovi ricorso ogni due poppate.

L’approccio perfetto non esiste: la cosa giusta da fare è procedere in maniera specifica, seguendo le istruzioni dell’ostetrica.

Il fai da te è sbagliato, soprattutto nei casi in cui l’obiettivo è l’aumento della produzione di latte.

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Pratiche igieniche

Parliamo di misure igieniche. Prima di ogni estrazione, vanno lavate le mani.

Tutte le componenti del tiralatte vanno pulite, a prescindere dal fatto che siano entrate in contatto con il latte o con la bocca del neonato.

Prima di riporle nel loro contenitore, è importante accertarsi che tutte le parti siano asciutte.

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